L'indagine punta a tenere insieme la varia problematica dei temi e delle funzioni del racconto breve (l'apologo, l'exemplum predicatorio, la favola faceta, etc.) con gli aspetti strutturali della pratica d'inserimento, intesa non già come addizione o semplice 'variatio' all'interno di un organismo testuale, bensì come atto creativo specifico, destinato nei casi più complessi a modificare originalmente, secondo modalità variabili, gli assetti funzionali-semantici dell'opera, ridefinendone l'azione conoscitivo-rappresentativa. Il processo di laicizzazione delle pratiche diegetiche,fra '300 e '500, svariando dalle pratiche di semplice acculturazione popolare fino ai più sofisticati e culti esercizi di affabulazione esemplare (come quelli del Petrarca apologista e più in là dell'Ariosto narratore di corte), segna così un'epifania dell'autorialità nelle forme del racconto breve, delineando anche il passaggio dalla comunicazione eminentemente 'educativa' e morale del messaggio esemplare in forma 'breve' (ad esempio quella dei testi omiletici) ad una più articolata deontologia della scrittura, risultante della combinazione fra educazione retorica e piacere della lettura/ascolto.
Auctor in fabula. Idee e pratiche del racconto inserito fra '300 e '500
GIRARDI, Raffaele
2007-01-01
Abstract
L'indagine punta a tenere insieme la varia problematica dei temi e delle funzioni del racconto breve (l'apologo, l'exemplum predicatorio, la favola faceta, etc.) con gli aspetti strutturali della pratica d'inserimento, intesa non già come addizione o semplice 'variatio' all'interno di un organismo testuale, bensì come atto creativo specifico, destinato nei casi più complessi a modificare originalmente, secondo modalità variabili, gli assetti funzionali-semantici dell'opera, ridefinendone l'azione conoscitivo-rappresentativa. Il processo di laicizzazione delle pratiche diegetiche,fra '300 e '500, svariando dalle pratiche di semplice acculturazione popolare fino ai più sofisticati e culti esercizi di affabulazione esemplare (come quelli del Petrarca apologista e più in là dell'Ariosto narratore di corte), segna così un'epifania dell'autorialità nelle forme del racconto breve, delineando anche il passaggio dalla comunicazione eminentemente 'educativa' e morale del messaggio esemplare in forma 'breve' (ad esempio quella dei testi omiletici) ad una più articolata deontologia della scrittura, risultante della combinazione fra educazione retorica e piacere della lettura/ascolto.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.