Lo scopo del presente lavoro è quello di contribuire al dibattito internazionale sul “superamento del PIL” quale misura del benessere, con la proposta di ulteriori indicatori adatti a misurare il Benessere equo e sostenibile. Recentemente, il dibattito su come misurare il Benessere, sia individuale che collettivo, ha coinvolto sia i responsabili politici che l'opinione pubblica in quanto i cambiamenti negli stili di vita e quelli in ambito economico, sociale ed ambientale hanno sottolineato la necessità di sviluppare nuove misure statistiche in grado di supportare i decisori, le imprese e i cittadini nelle loro scelte. Il punto di partenza dell’analisi è che “i parametri economici da soli si sono rivelati inadeguati per valutare il progresso delle società e dovrebbero essere integrati da informazioni sociali e ambientali nonché da misure di disuguaglianza e di sostenibilità" (Istat-CNEL, 2014). In Italia, il rapporto "Benessere Equo e Sostenibile" (BES) nasce da un'iniziativa congiunta del Consiglio Nazionale dell'Economia e del Lavoro (CNEL) e dell'Istituto Nazionale Italiano di Statistica (Istat) ed è ancora “aperto” per ricevere i contributi dei ricercatori per definire più correttamente la dimensione del benessere. In questo progetto, il Benessere come dimensione è articolato in 12 aree: salute, istruzione e formazione, lavoro e conciliazione dei tempi di vita, benessere economico, relazioni sociali, politica e istituzioni, sicurezza, benessere soggettivo, paesaggio e patrimonio culturale, ambiente, ricerca e innovazione, qualità dei servizi. Le dimensioni sono misurate per mezzo di 134 indicatori in totale, i cui dati provengono da fonti diverse, ma tutte ufficiali. Nella prima parte, il lavoro evidenzia alcune osservazioni circa gli indicatori oggettivi e soggettivi che compongono il set di dati. Successivamente vengono presentate alcune analisi per verificare se la componente soggettiva possa essere considerata importante per la definizione del benessere complessivo, concludendo che, per essa, gli indicatori soggettivi sono essenziali.

La componente soggettiva è essenziale per la definizione del concetto di benessere? Alcune riflessioni sul rapporto BES dell’ISTAT

D'UGGENTO, ANGELA MARIA;TOMA, Ernesto;
2014-01-01

Abstract

Lo scopo del presente lavoro è quello di contribuire al dibattito internazionale sul “superamento del PIL” quale misura del benessere, con la proposta di ulteriori indicatori adatti a misurare il Benessere equo e sostenibile. Recentemente, il dibattito su come misurare il Benessere, sia individuale che collettivo, ha coinvolto sia i responsabili politici che l'opinione pubblica in quanto i cambiamenti negli stili di vita e quelli in ambito economico, sociale ed ambientale hanno sottolineato la necessità di sviluppare nuove misure statistiche in grado di supportare i decisori, le imprese e i cittadini nelle loro scelte. Il punto di partenza dell’analisi è che “i parametri economici da soli si sono rivelati inadeguati per valutare il progresso delle società e dovrebbero essere integrati da informazioni sociali e ambientali nonché da misure di disuguaglianza e di sostenibilità" (Istat-CNEL, 2014). In Italia, il rapporto "Benessere Equo e Sostenibile" (BES) nasce da un'iniziativa congiunta del Consiglio Nazionale dell'Economia e del Lavoro (CNEL) e dell'Istituto Nazionale Italiano di Statistica (Istat) ed è ancora “aperto” per ricevere i contributi dei ricercatori per definire più correttamente la dimensione del benessere. In questo progetto, il Benessere come dimensione è articolato in 12 aree: salute, istruzione e formazione, lavoro e conciliazione dei tempi di vita, benessere economico, relazioni sociali, politica e istituzioni, sicurezza, benessere soggettivo, paesaggio e patrimonio culturale, ambiente, ricerca e innovazione, qualità dei servizi. Le dimensioni sono misurate per mezzo di 134 indicatori in totale, i cui dati provengono da fonti diverse, ma tutte ufficiali. Nella prima parte, il lavoro evidenzia alcune osservazioni circa gli indicatori oggettivi e soggettivi che compongono il set di dati. Successivamente vengono presentate alcune analisi per verificare se la componente soggettiva possa essere considerata importante per la definizione del benessere complessivo, concludendo che, per essa, gli indicatori soggettivi sono essenziali.
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