L'esame della porta bronzea del Santuario, realizzata da una bottega costantinopolitana nel 1076, ha portato alla individuazione dei modelli stilistici e letterari utilizzati per la composizione delle 22 scene in cui è costante la presenza dell'Arcangelo Michele. E' evidente la stretta filiazione da modelli iconografici derivati dalle molteplici espressioni della porduzione miniaturistica di area costantinopolitana di IX-inizi XI secolo(Rotulo di Giosué, Menologio di Basilio II, ecc.). Le fonti letterarie sono riconoscibbili negli Encomia in onore di San Michele, scritti nel IX secolo a Costantinopoli dal cartofilacio di Santa Sofia, Pantaleone. Il donatore della porta, come recita una delle iscrizioni incise sulle formelle, è da riconoscere in quel Pantaleone della potente famiglia dei Comite Maurone di Amalfi, che fornì anche le porte dell'abbazia di Montecassino, di San Paolo fl.m. a Roma e quelle di Amalfi. Il donativo di un simile manufatto per Monte fu con grande probabilità sollecitato dal vescovo di Siponto, Giraldo, monaco cassinese, che nel 1071 fu presente alla consacrazione dell'Abbazia di Desiderio a Montecassino e potè quindi vedere l'altro esemplare.
La porta di Monte Sant'Angelo tra storia e conservazione
BERTELLI, Gioia
2009-01-01
Abstract
L'esame della porta bronzea del Santuario, realizzata da una bottega costantinopolitana nel 1076, ha portato alla individuazione dei modelli stilistici e letterari utilizzati per la composizione delle 22 scene in cui è costante la presenza dell'Arcangelo Michele. E' evidente la stretta filiazione da modelli iconografici derivati dalle molteplici espressioni della porduzione miniaturistica di area costantinopolitana di IX-inizi XI secolo(Rotulo di Giosué, Menologio di Basilio II, ecc.). Le fonti letterarie sono riconoscibbili negli Encomia in onore di San Michele, scritti nel IX secolo a Costantinopoli dal cartofilacio di Santa Sofia, Pantaleone. Il donatore della porta, come recita una delle iscrizioni incise sulle formelle, è da riconoscere in quel Pantaleone della potente famiglia dei Comite Maurone di Amalfi, che fornì anche le porte dell'abbazia di Montecassino, di San Paolo fl.m. a Roma e quelle di Amalfi. Il donativo di un simile manufatto per Monte fu con grande probabilità sollecitato dal vescovo di Siponto, Giraldo, monaco cassinese, che nel 1071 fu presente alla consacrazione dell'Abbazia di Desiderio a Montecassino e potè quindi vedere l'altro esemplare.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.