Tema del contributo è l’analisi delle dinamiche che agirono nello strutturarsi dell’organizzazione ecclesiastica nei territori dell’Italia suburbicaria, attraverso lo studio delle fonti scritte (atti di sinodi e concili, legislazione imperiale, decretali e epistole pontificie) e delle strutture materiali delle Chiese (complessi edilizi di committenza episcopale). Il quadro geografico prescelto si collega alla suddivisione della diocesi italiciana, operata da Costantino, in due circoscrizioni, annonaria e suburbicaria, gestite rispettivamente dal vicarius Italiae (con sede a Milano) e dal vicarius Urbis (con sede a Roma), iniziativa particolarmente incisiva sul piano della gestione delle strutture ecclesiastiche e nella composizione delle dinamiche interne al territorio della penisola. Infatti, a partire dall’avanzato IV secolo, si affermò in Italia una ripartizione delle aree di giurisdizione ecclesiastica gestite in senso metropolitico dai vescovi di Roma e di Milano. La sede romana nel corso del V e del VI secolo mantenne saldo il controllo delle diocesi dell’Italia suburbicaria, come attestano gli epistolari pontifici e l’attività sinodale gestita da Roma e che a Roma aveva luogo, nella sede della Basilica Vaticana, in occasione dell’anniversario della consacrazione del papa o della festa di Pietro e Paolo. Con Gregorio Magno, la riorganizzazione generale dell’assetto diocesano si attuò nella particolare attenzione dedicata alle Chiese delle regioni suburbicarie dal pontefice, coinvolto in prima persona nel controllo dell’organizzazione e della gestione delle diocesi delle regioni in esame. Tuttavia il Registrum di Gregorio Magno mostra anche come i limiti giurisdizionali di Roma si fossero ormai adeguati agli assetti determinatisi in Italia, quando i nuovi equilibri politici e le distinzioni dottrinali avevano smembrato l’organizzazione dell’Italia ecclesiastica, con la definizione di nuove e inedite prospettive.
Roma e l’organizzazione delle Chiese dell’Italia suburbicaria da Damaso a Gregorio Magno
NUZZO, Donatella
2017-01-01
Abstract
Tema del contributo è l’analisi delle dinamiche che agirono nello strutturarsi dell’organizzazione ecclesiastica nei territori dell’Italia suburbicaria, attraverso lo studio delle fonti scritte (atti di sinodi e concili, legislazione imperiale, decretali e epistole pontificie) e delle strutture materiali delle Chiese (complessi edilizi di committenza episcopale). Il quadro geografico prescelto si collega alla suddivisione della diocesi italiciana, operata da Costantino, in due circoscrizioni, annonaria e suburbicaria, gestite rispettivamente dal vicarius Italiae (con sede a Milano) e dal vicarius Urbis (con sede a Roma), iniziativa particolarmente incisiva sul piano della gestione delle strutture ecclesiastiche e nella composizione delle dinamiche interne al territorio della penisola. Infatti, a partire dall’avanzato IV secolo, si affermò in Italia una ripartizione delle aree di giurisdizione ecclesiastica gestite in senso metropolitico dai vescovi di Roma e di Milano. La sede romana nel corso del V e del VI secolo mantenne saldo il controllo delle diocesi dell’Italia suburbicaria, come attestano gli epistolari pontifici e l’attività sinodale gestita da Roma e che a Roma aveva luogo, nella sede della Basilica Vaticana, in occasione dell’anniversario della consacrazione del papa o della festa di Pietro e Paolo. Con Gregorio Magno, la riorganizzazione generale dell’assetto diocesano si attuò nella particolare attenzione dedicata alle Chiese delle regioni suburbicarie dal pontefice, coinvolto in prima persona nel controllo dell’organizzazione e della gestione delle diocesi delle regioni in esame. Tuttavia il Registrum di Gregorio Magno mostra anche come i limiti giurisdizionali di Roma si fossero ormai adeguati agli assetti determinatisi in Italia, quando i nuovi equilibri politici e le distinzioni dottrinali avevano smembrato l’organizzazione dell’Italia ecclesiastica, con la definizione di nuove e inedite prospettive.File | Dimensione | Formato | |
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