In questo scritto, l’Autore analizza le ragioni della mancata riforma del lavoro accessorio, unica tipologia contrattuale oggetto di una direttiva specifica nella legge delega n. 184/2014 (c.d. Jobs Act) che, nelle intenzioni del legislatore delegante, sarebbe dovuta diventare l’unica tipologia contrattuale per attività lavorative discontinue ed occasionali. A dispetto del criterio contenuto nella legge delega, invece, il legislatore delegato si è limitato alla mera manutenzione dell’istituto, peraltro su aspetti marginali, quindi non ha risolto i problemi già esistenti, quali ad esempio la riconducibilità o meno di tali rapporti di lavoro all’area della subordinazione, l’applicabilità anche alle pp.aa. di tale disciplina.
La riforma (mancata) del lavoro accessorio
PINTO, Vito
2016-01-01
Abstract
In questo scritto, l’Autore analizza le ragioni della mancata riforma del lavoro accessorio, unica tipologia contrattuale oggetto di una direttiva specifica nella legge delega n. 184/2014 (c.d. Jobs Act) che, nelle intenzioni del legislatore delegante, sarebbe dovuta diventare l’unica tipologia contrattuale per attività lavorative discontinue ed occasionali. A dispetto del criterio contenuto nella legge delega, invece, il legislatore delegato si è limitato alla mera manutenzione dell’istituto, peraltro su aspetti marginali, quindi non ha risolto i problemi già esistenti, quali ad esempio la riconducibilità o meno di tali rapporti di lavoro all’area della subordinazione, l’applicabilità anche alle pp.aa. di tale disciplina.File | Dimensione | Formato | |
---|---|---|---|
3. Commentario Zilio Grandi e Biasi.pdf
non disponibili
Tipologia:
Documento in Post-print
Licenza:
NON PUBBLICO - Accesso privato/ristretto
Dimensione
667.88 kB
Formato
Adobe PDF
|
667.88 kB | Adobe PDF | Visualizza/Apri Richiedi una copia |
I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.