Lo studio, muovendo dall'analisi del ruolo per così dire di “ordinaria nomofilachia” assegnato all’Adunanza plenaria del Consiglio di Stato dalla disciplina giuridica pre-vigente –in parte riprodotta nei co. 1-2 dell’art. 99 del codice del processo amministrativo– nell’interpretazione e risoluzione di questioni di massima suscettibili, in atto o potenzialmente, di contrasti interpretativi, è volto a ricostruire ed enucleare la specificità della fattispecie caratterizzata da un’enunciazione del principio di diritto “nell’interesse della legge” del tutto svincolata dalla strumentalità rispetto alla risoluzione di una controversia (art. 99, co. 5 c.p.a.). Attraverso un’indagine sulla ratio di poteri decisori così incisivi della pronuncia dell’Adunanza plenaria, la ricerca interseca inevitabilmente temi centrali della giurisdizione amministrativa: dalla sua natura e finalità (giurisdizione oggettiva o soggettiva) all’effettiva configurabilità di c.d. “legittimazioni straordinarie”; da talune tendenze alla “civilizzazione” della giurisdizione amministrativa alle ragioni di fondo della sua specialità, spingendosi fino all’analisi storica ed al ruolo attuale del recours dans l’intérêt de la loi nell’ordinamento giuridico francese ed alla considerazione di fattispecie in certa misura analoghe previste nel c.p.c. per la Corte di cassazione e dalla l. 2009 n. 49 per la Corte dei conti, per desumerne indici di rottura della monoliticità del ruolo della Corte di Cassazione di supremo ed unico garante del diritto obiettivo e di riconoscimento di una funzione neutrale in capo all’Adunanza plenaria del Consiglio di Stato, preordinate alla tendenziale uniformità di interpretazione dell’ordinamento amministrativo ed ai correlati obiettivi di certezza del diritto, con il limite delle questioni involgenti l’ordinamento eurounitario.
L'Adunanza plenaria e l'enunciazione del principio di diritto nell'interesse della legge
ANGIULI, Annamaria
2017-01-01
Abstract
Lo studio, muovendo dall'analisi del ruolo per così dire di “ordinaria nomofilachia” assegnato all’Adunanza plenaria del Consiglio di Stato dalla disciplina giuridica pre-vigente –in parte riprodotta nei co. 1-2 dell’art. 99 del codice del processo amministrativo– nell’interpretazione e risoluzione di questioni di massima suscettibili, in atto o potenzialmente, di contrasti interpretativi, è volto a ricostruire ed enucleare la specificità della fattispecie caratterizzata da un’enunciazione del principio di diritto “nell’interesse della legge” del tutto svincolata dalla strumentalità rispetto alla risoluzione di una controversia (art. 99, co. 5 c.p.a.). Attraverso un’indagine sulla ratio di poteri decisori così incisivi della pronuncia dell’Adunanza plenaria, la ricerca interseca inevitabilmente temi centrali della giurisdizione amministrativa: dalla sua natura e finalità (giurisdizione oggettiva o soggettiva) all’effettiva configurabilità di c.d. “legittimazioni straordinarie”; da talune tendenze alla “civilizzazione” della giurisdizione amministrativa alle ragioni di fondo della sua specialità, spingendosi fino all’analisi storica ed al ruolo attuale del recours dans l’intérêt de la loi nell’ordinamento giuridico francese ed alla considerazione di fattispecie in certa misura analoghe previste nel c.p.c. per la Corte di cassazione e dalla l. 2009 n. 49 per la Corte dei conti, per desumerne indici di rottura della monoliticità del ruolo della Corte di Cassazione di supremo ed unico garante del diritto obiettivo e di riconoscimento di una funzione neutrale in capo all’Adunanza plenaria del Consiglio di Stato, preordinate alla tendenziale uniformità di interpretazione dell’ordinamento amministrativo ed ai correlati obiettivi di certezza del diritto, con il limite delle questioni involgenti l’ordinamento eurounitario.File | Dimensione | Formato | |
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