La presente ricerca ha mirato: -a legittimare epistemologicamente il ruolo e la funzione che la Pedagogia oggi viene ad assumere nei confronti del rispetto dei diritti e doveri umani, all'interno di una società così fortemente inquieta; -a non far dimenticare mai che ogni singolo esponente della specie umana non vale per quello che ha ma per quello che è; che il suo primo titolo di nobiltà non gli derivadalla razza, dalla religione, dal censo, dal sasso bensì dal suo semplice essere uomo o donna e che questo titolo è talmente grande da renderlo degno di massima stima in ogni momento della mia esistenza:quando è sano come quando è malato, quando è debole come quando è forte, quando è sapiente come quando è ignorante, quando è libero come quando è recluso; -a far emergere come il problema del carcere non è un problema solo del governo nè dei giudici di sorveglianza, nè solo del personale penitenziario, ma è un problema che riguarda ogni cittadino che deve per questo maturare a livello culturale, etico, psicologico e pedagogico oltre che giuridico la consapevolezza che è un luogo dove diritti e doveri devono essere parimenti rispettati; -ad evidenziare che il carcere è un luogo della città ed i detenuti sono un problema della collettività; -a riconsiderare le funzioni del carcere riconoscibili non nella distribuzione di semplici perdoni e facili scarcerazioni ma nella salvaguardia del diritto di ogni soggetto al rispetto della propria dignità e umanizzazione qualsiasi sia il luogo in cui si trova; -a riconoscere il profilo professionale dell'educatore penitenziario come un "alto" profilo, cioè, con una valenza pedagogica magistrale; -a legittimare epistemologicamente l'esistenza di una Pedagogia Penitenziaria. I risultati sono il frutto di un'indagine empirica fondata sull'analisi delle pratiche, il luogo di produzione di significati, che ci ha permesso di connotare la ricerca in senso epistemologico e di configurarla come strumento di conoscenza scientifica a supporto di un sapere e un agire professionalmente valido.

Premessa

CALAPRICE, Silvana
2010-01-01

Abstract

La presente ricerca ha mirato: -a legittimare epistemologicamente il ruolo e la funzione che la Pedagogia oggi viene ad assumere nei confronti del rispetto dei diritti e doveri umani, all'interno di una società così fortemente inquieta; -a non far dimenticare mai che ogni singolo esponente della specie umana non vale per quello che ha ma per quello che è; che il suo primo titolo di nobiltà non gli derivadalla razza, dalla religione, dal censo, dal sasso bensì dal suo semplice essere uomo o donna e che questo titolo è talmente grande da renderlo degno di massima stima in ogni momento della mia esistenza:quando è sano come quando è malato, quando è debole come quando è forte, quando è sapiente come quando è ignorante, quando è libero come quando è recluso; -a far emergere come il problema del carcere non è un problema solo del governo nè dei giudici di sorveglianza, nè solo del personale penitenziario, ma è un problema che riguarda ogni cittadino che deve per questo maturare a livello culturale, etico, psicologico e pedagogico oltre che giuridico la consapevolezza che è un luogo dove diritti e doveri devono essere parimenti rispettati; -ad evidenziare che il carcere è un luogo della città ed i detenuti sono un problema della collettività; -a riconsiderare le funzioni del carcere riconoscibili non nella distribuzione di semplici perdoni e facili scarcerazioni ma nella salvaguardia del diritto di ogni soggetto al rispetto della propria dignità e umanizzazione qualsiasi sia il luogo in cui si trova; -a riconoscere il profilo professionale dell'educatore penitenziario come un "alto" profilo, cioè, con una valenza pedagogica magistrale; -a legittimare epistemologicamente l'esistenza di una Pedagogia Penitenziaria. I risultati sono il frutto di un'indagine empirica fondata sull'analisi delle pratiche, il luogo di produzione di significati, che ci ha permesso di connotare la ricerca in senso epistemologico e di configurarla come strumento di conoscenza scientifica a supporto di un sapere e un agire professionalmente valido.
2010
978-88-8231-552-8
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