Le piante coltivate sono state addomesticate e geneticamente migliorate nel tempo, mirando alla quantità e qualità delle produzioni. Di conseguenza, queste sono più suscettibili delle piante selvatiche a numerosi patogeni, per limitare i quali è necessario l’impiego di prodotti itosanitari cui si contrappone, nell’opinione pubblica, una crescente preoccupazione riguardo l’impatto ambientale e i rischi a esso connesso per la salute di operatori e consumatori. Una riduzione dell’impiego di prodotti itosanitari potrebbe certo derivare dalla difusione dell’agricoltura biologica, dalla lotta biologica e dallo sfruttamento delle resistenze genetiche. Ciascuna di queste alternative presenta però limiti per le possibili applicazioni su larga scala. In tale contesto, l’induzione di resistenza nelle piante è un utile approccio. Essa consiste nello stimolare l’attivazione di meccanismi di difesa nelle piante mediante elicitori, molecole di sintesi o naturali che mimano l’attacco di un patogeno o uno stato di stress (es., Schreiber e Desveaux, 2008; Walters et al., 2013; Aranega-Bou et al., 2014; Gao et al., 2014, 2015; Shah et al., 2014; Stadnik e de Freitas, 2014; Burketova et al., 2015; Faoro e Gozzo, 2015).

Attualità e prospettive degli induttori di resistenza nella protezione sostenibile delle colture.

FARETRA, Francesco;DE MICCOLIS ANGELINI, RITA MILVIA;POLLASTRO, Stefania;
2016-01-01

Abstract

Le piante coltivate sono state addomesticate e geneticamente migliorate nel tempo, mirando alla quantità e qualità delle produzioni. Di conseguenza, queste sono più suscettibili delle piante selvatiche a numerosi patogeni, per limitare i quali è necessario l’impiego di prodotti itosanitari cui si contrappone, nell’opinione pubblica, una crescente preoccupazione riguardo l’impatto ambientale e i rischi a esso connesso per la salute di operatori e consumatori. Una riduzione dell’impiego di prodotti itosanitari potrebbe certo derivare dalla difusione dell’agricoltura biologica, dalla lotta biologica e dallo sfruttamento delle resistenze genetiche. Ciascuna di queste alternative presenta però limiti per le possibili applicazioni su larga scala. In tale contesto, l’induzione di resistenza nelle piante è un utile approccio. Essa consiste nello stimolare l’attivazione di meccanismi di difesa nelle piante mediante elicitori, molecole di sintesi o naturali che mimano l’attacco di un patogeno o uno stato di stress (es., Schreiber e Desveaux, 2008; Walters et al., 2013; Aranega-Bou et al., 2014; Gao et al., 2014, 2015; Shah et al., 2014; Stadnik e de Freitas, 2014; Burketova et al., 2015; Faoro e Gozzo, 2015).
2016
978-88-596-1597-2
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