Dopo aver inquadrato la nascita del fenomeno compostellano e la ridefinizione dei confini dello spazio sacro verso l’estremo Occidente, è stato esaminato il ruolo delle fonti letterarie nella costruzione di una delle tre peregrinationes maiores, accanto a Roma e a Gerusalemme. Il Liber Sancti Jacobi o Codex Calixtinus offre elementi fondamentali in questo processo di affermazione e promozione del santuario compostellano e del camino, in particolare nel sermone Veneranda dies, nucleo centrale e programmatico dell’intera opera, nel Libro II dedicato ai miracoli compiuti da san Giacomo, nel Libro V, la Guida del pellegrino di Santiago. Le immagini del santo sono state indagate ponendo attenzione alla diffusione dei principali tipi iconografici e ai contesti nei quali maturano: san Giacomo apostolo, funzionale a sottolineare il ruolo di sede apostolica della città di Santiago, raffigurato con il libro, la spada e – a volte – il bastone a Tau; san Giacomo cavaliere o matamoros, legato alla vittoria contro i musulmani nella battaglia di Clavijo, iconografia legata soprattutto alla realtà iberica; san Giacomo pellegrino – con bordone, scarsella e conchiglie – l’immagine che accompagna i devoti lungo il cammino. Inoltre, ho rivolto l’attenzione ai cicli narrativi e alla raffigurazione dei miracoli compiuti dal santo. I legami tra san Giacomo e la Madonna sono stati indagati sia in ambito letterario sia in quello delle dedicazioni e dell’iconografia: la Vergine accompagna e incoraggia san Giacomo nei momenti di sconforto della sua predicazione in Spagna e lo affianca nell’opera di intercessione presso Cristo. Nel Liber Sancti Jacobi si delinea la funzione funeraria di san Giacomo, di mediatore tra la vita e la morte, di figura che guida e tutela il transito, spesso accompagnato dalla Vergine. Emerge quindi il ruolo assistenziale e di sostegno dei malati, dei moribondi, anche in occasione delle grandi epidemie, e a ciò si deve la dedicazione al santo di strutture di ospitalità e di aree cimiteriali. Il rapporto con la morte è rintracciabile anche in ambito antropologico: rituali, credenze, leggende ribadiscono il ruolo di intercessore del santo. A san Giacomo si affiancano diversi santi, in particolare san Martino di Tours e sant’Egidio. Il culto del primo è molto popolare e diffuso, quello del secondo è localizzato in punti strategici e spesso funzionali al pellegrinaggio a Santiago. La ricerca prosegue con l’analisi della presenza di san Giacomo nella Puglia medievale, area strategica nella geografia dei pellegrinaggi per il ruolo di importanti santuari (San Michele Arcangelo sul Gargano, San Nicola a Bari) e per i collegamenti portuali con la Terrasanta, in particolare tra XI e XIII secolo. L’attenzione è rivolta alla realtà pugliese e alle strette relazioni con la Galizia, due territori legati da pellegrinaggi, tradizioni letterarie, leggende, modelli iconografici, tradizioni popolari e persino gastronomiche. Il culto jacopeo si è rivelato diffuso in tutto il territorio pugliese, pur con una particolare densità in alcune aree: nella rete viaria diretta al santuario di Monte Sant’Angelo (San Giovanni Rotondo, Sannicandro Garganico, Devia, ecc.), nelle città portuali d’imbarco verso la Terrasanta (Barletta, Trani, Molfetta, Bari, Mola, Monopoli e Brindisi), nei centri e negli insediamenti ubicati lungo le strade consolari romane, l’Appia (negli insediamenti rupestri di Gravina, Mottola, Massafra, Laterza) e la Traiana (Canosa, Ruvo, Bitonto, ecc.). In questo quadro territoriale sono state esaminate chiese, strutture di accoglienza, testimonianze iconografiche, focalizzando la ricerca sul periodo medievale e cercando di ricostruire l’articolata rete devozionale della presenza jacopea.
La conchiglia e il bordone. I viaggi di San Giacomo nella Puglia medievale
Bianco, Rosanna
2017-01-01
Abstract
Dopo aver inquadrato la nascita del fenomeno compostellano e la ridefinizione dei confini dello spazio sacro verso l’estremo Occidente, è stato esaminato il ruolo delle fonti letterarie nella costruzione di una delle tre peregrinationes maiores, accanto a Roma e a Gerusalemme. Il Liber Sancti Jacobi o Codex Calixtinus offre elementi fondamentali in questo processo di affermazione e promozione del santuario compostellano e del camino, in particolare nel sermone Veneranda dies, nucleo centrale e programmatico dell’intera opera, nel Libro II dedicato ai miracoli compiuti da san Giacomo, nel Libro V, la Guida del pellegrino di Santiago. Le immagini del santo sono state indagate ponendo attenzione alla diffusione dei principali tipi iconografici e ai contesti nei quali maturano: san Giacomo apostolo, funzionale a sottolineare il ruolo di sede apostolica della città di Santiago, raffigurato con il libro, la spada e – a volte – il bastone a Tau; san Giacomo cavaliere o matamoros, legato alla vittoria contro i musulmani nella battaglia di Clavijo, iconografia legata soprattutto alla realtà iberica; san Giacomo pellegrino – con bordone, scarsella e conchiglie – l’immagine che accompagna i devoti lungo il cammino. Inoltre, ho rivolto l’attenzione ai cicli narrativi e alla raffigurazione dei miracoli compiuti dal santo. I legami tra san Giacomo e la Madonna sono stati indagati sia in ambito letterario sia in quello delle dedicazioni e dell’iconografia: la Vergine accompagna e incoraggia san Giacomo nei momenti di sconforto della sua predicazione in Spagna e lo affianca nell’opera di intercessione presso Cristo. Nel Liber Sancti Jacobi si delinea la funzione funeraria di san Giacomo, di mediatore tra la vita e la morte, di figura che guida e tutela il transito, spesso accompagnato dalla Vergine. Emerge quindi il ruolo assistenziale e di sostegno dei malati, dei moribondi, anche in occasione delle grandi epidemie, e a ciò si deve la dedicazione al santo di strutture di ospitalità e di aree cimiteriali. Il rapporto con la morte è rintracciabile anche in ambito antropologico: rituali, credenze, leggende ribadiscono il ruolo di intercessore del santo. A san Giacomo si affiancano diversi santi, in particolare san Martino di Tours e sant’Egidio. Il culto del primo è molto popolare e diffuso, quello del secondo è localizzato in punti strategici e spesso funzionali al pellegrinaggio a Santiago. La ricerca prosegue con l’analisi della presenza di san Giacomo nella Puglia medievale, area strategica nella geografia dei pellegrinaggi per il ruolo di importanti santuari (San Michele Arcangelo sul Gargano, San Nicola a Bari) e per i collegamenti portuali con la Terrasanta, in particolare tra XI e XIII secolo. L’attenzione è rivolta alla realtà pugliese e alle strette relazioni con la Galizia, due territori legati da pellegrinaggi, tradizioni letterarie, leggende, modelli iconografici, tradizioni popolari e persino gastronomiche. Il culto jacopeo si è rivelato diffuso in tutto il territorio pugliese, pur con una particolare densità in alcune aree: nella rete viaria diretta al santuario di Monte Sant’Angelo (San Giovanni Rotondo, Sannicandro Garganico, Devia, ecc.), nelle città portuali d’imbarco verso la Terrasanta (Barletta, Trani, Molfetta, Bari, Mola, Monopoli e Brindisi), nei centri e negli insediamenti ubicati lungo le strade consolari romane, l’Appia (negli insediamenti rupestri di Gravina, Mottola, Massafra, Laterza) e la Traiana (Canosa, Ruvo, Bitonto, ecc.). In questo quadro territoriale sono state esaminate chiese, strutture di accoglienza, testimonianze iconografiche, focalizzando la ricerca sul periodo medievale e cercando di ricostruire l’articolata rete devozionale della presenza jacopea.File | Dimensione | Formato | |
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