Le misure adottate dall’Unione europea in materia di lotta alla povertà e all’esclusione sono uno degli aspetti meno conosciuti dell’azione dell’Unione europea a vantaggio dei suoi cittadini. Benché le sue competenze siano limitate ad un’ azione di coordinamento delle politiche nazionali, fin dalla metà degli anni ’70 del XX sec., l’UE ha provato a sviluppare una propria idea di inclusione a partire dalla quale coordinare l’azione degli Stati membri. Il volume ripercorre i successivi sviluppi di questa idea, dall’approccio ordoliberale alla politica sociale del trattato di Roma del 1957 ai primi programmi di lotta alla povertà degli anni ’70 e alle comunicazioni della Commissione Delors della metà degli anni ’90 sullo sviluppo sociale della CE fino all’obiettivo di riduzione della povertà nella strategia di Lisbona del 2000 e alla sua attuale revisione nella strategia Europa 2020 per una crescita intelligente, sostenibile e inclusiva. L’obiettivo è “leggere” i documenti delle istituzioni comunitarie nei quali l’idea di inclusione si è articolata per verificare se a questa e all’azione dell’Unione in materia sia sottesa un’idea di società civile europea come destinataria e crogiolo delle misure comunitarie. Si tratta di un indizio importante per capire quanto l’Unione possa essere percepita dai suoi cittadini non solo come austera custode dei conti pubblici ma anche come società solidale e in divenire, accanto alle società nazionali.

Inclusione e società nell'Unione europea. Un progetto perseguibile?

GALLOTTA, Giulia Maria
2016-01-01

Abstract

Le misure adottate dall’Unione europea in materia di lotta alla povertà e all’esclusione sono uno degli aspetti meno conosciuti dell’azione dell’Unione europea a vantaggio dei suoi cittadini. Benché le sue competenze siano limitate ad un’ azione di coordinamento delle politiche nazionali, fin dalla metà degli anni ’70 del XX sec., l’UE ha provato a sviluppare una propria idea di inclusione a partire dalla quale coordinare l’azione degli Stati membri. Il volume ripercorre i successivi sviluppi di questa idea, dall’approccio ordoliberale alla politica sociale del trattato di Roma del 1957 ai primi programmi di lotta alla povertà degli anni ’70 e alle comunicazioni della Commissione Delors della metà degli anni ’90 sullo sviluppo sociale della CE fino all’obiettivo di riduzione della povertà nella strategia di Lisbona del 2000 e alla sua attuale revisione nella strategia Europa 2020 per una crescita intelligente, sostenibile e inclusiva. L’obiettivo è “leggere” i documenti delle istituzioni comunitarie nei quali l’idea di inclusione si è articolata per verificare se a questa e all’azione dell’Unione in materia sia sottesa un’idea di società civile europea come destinataria e crogiolo delle misure comunitarie. Si tratta di un indizio importante per capire quanto l’Unione possa essere percepita dai suoi cittadini non solo come austera custode dei conti pubblici ma anche come società solidale e in divenire, accanto alle società nazionali.
2016
978-88-6292-859-5
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