Nel saggio si analizza la raffigurazione della polis greca, che risulta dalla riflessione di Hannah Arendt, ponendo in relazione la distinzione fra le tre grandi forme della "vita activa" (azione, opera, lavoro), individuate dall'autrice, con tre differenti ambiti dello spazio urbano: lo spazio pubblico della cittadinanza attiva, il mondo artificiale dell'abitare e il territorio rurale della produzione agricola. Mediante questa ricognizione si pone in luce il rilievo primario che nella vita della polis ha il rapporto di complementarità tra la dimensione urbana e la campagna in quanto fonte di immediato sostentamento del libero cittadino. Nella parte finale del saggio, inoltre, si evidenzia la trasformazione che il contesto urbano subisce soprattutto nella modernità: il suo spazio pubblico è fatto oggetto di crescenti attenzioni biopolitiche ed è sempre meno destinato alla pratica della libertà politica; il suo territorio rurale, d'altra parte, diviene appendice pressoché inessenziale di una città dedita sempre più ai commerci e alla produzione manifatturiera e sempre meno a garantire la libertà politica dei cittadini anche mediante l'attenzione alla produzione del loro sostentamento proveniente dalla campagna circostante.

Il mondo dell'abitare fra polis e città biopolitica.

MARZOCCA, Ottavio
2016-01-01

Abstract

Nel saggio si analizza la raffigurazione della polis greca, che risulta dalla riflessione di Hannah Arendt, ponendo in relazione la distinzione fra le tre grandi forme della "vita activa" (azione, opera, lavoro), individuate dall'autrice, con tre differenti ambiti dello spazio urbano: lo spazio pubblico della cittadinanza attiva, il mondo artificiale dell'abitare e il territorio rurale della produzione agricola. Mediante questa ricognizione si pone in luce il rilievo primario che nella vita della polis ha il rapporto di complementarità tra la dimensione urbana e la campagna in quanto fonte di immediato sostentamento del libero cittadino. Nella parte finale del saggio, inoltre, si evidenzia la trasformazione che il contesto urbano subisce soprattutto nella modernità: il suo spazio pubblico è fatto oggetto di crescenti attenzioni biopolitiche ed è sempre meno destinato alla pratica della libertà politica; il suo territorio rurale, d'altra parte, diviene appendice pressoché inessenziale di una città dedita sempre più ai commerci e alla produzione manifatturiera e sempre meno a garantire la libertà politica dei cittadini anche mediante l'attenzione alla produzione del loro sostentamento proveniente dalla campagna circostante.
2016
978-88-548-9518-8
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