Una formidabile stagione di valorizzazione e di conoscenza per l’arte antica genovese matura nella prima metà del Novecento, quando in Italia e in Europa diversi momenti espositivi spettacolari contribuiscono a definirne la specificità storiografica (soprattutto tra Rinascimento e Barocco), affiancando tale vicenda alle più note e, in quella fase, già consolidate realtà toscane, romane e venete. Nel delta cronologico preso a riferimento, lo spazio ‘effimero’ della mostra si affianca a quello istituzionale del museo, spesso in gestazione, completandosi vicendevolmente in un progetto culturale unitario, davvero di portata internazionale. E’ Orlando Grosso, pittore e direttore dell’Ufficio Belle Arti di Genova, a tracciare il perimetro di un case study sino a quel momento praticamente inedito: l’approccio di Grosso è contraddistinto da un saper vedere ‘largo’, sicuramente condizionato dalla politica del tempo, ma utile anche a porre le basi per gli approfondimenti che si susseguiranno nel secondo dopoguerra. Procedendo per casi esemplari, il contributo intende tracciare le coordinate delle mostre e degli allestimenti museali genovesi attraverso l’attività di un intellettuale al centro di relazioni estese e sempre di notevole livello (Berenson, Longhi, Ragghianti, Geiger, Bernard). Quella di Grosso è stata una progettualità sofisticata, a sostegno di una politica espositiva capace di grandi aperture: dal 1908 al 1948, si moltiplicarono gli appuntamenti culturali da lui promossi, di cui si mantiene traccia attraverso i cataloghi, le recensioni sulle maggiori riviste di quegli anni, la documentazione archivistica e fotografica. Con Camille Enlhart, Ugo Ojetti e Corrado Ricci, in particolare, egli tratterà a lungo della creazione di un museo di arte italiana contemporanea a Parigi, tutto questo in parallelo alla prima apertura ‘moderna’ di Palazzo Bianco in Strada Nuova e alla creazione di quel sistema museale cittadino divenuto poi paradigma, nell’Italia della ricostruzione, con l’esperienza di Franco Albini e di Caterina Marcenaro.

The Director of the Fine Arts Department of Genoa Council until 1948, Orlando Grosso – more than any other – made an important contribution in defining the boundaries of Genoa’s case study, laying the foundations for further in-depth studies in the post-World War II period. Through his exhibitions, books and many papers published on academic journals he became an interpreter of the complicated reality of his time – which was certainly affected by government policies – as shown by his acquaintance and repeated collaboration with Ugo Ojetti. Grosso encouraged an unprecedented development of innovative exhibition practices. As a result, the number of cultural events increased, as attested not only by administrative documents and catalogues but also by his extensive correspondence and acquaintances with the most important scholars of the cultural milieu of his time, such as Berenson or Ragghianti. Together with Camille Enlart and Corrado Ricci he did his utmost for the realization of a museum of italian art at Palazzo Galliera, in Paris, which, unfortunately, remained a dead letter. On the contrary, his idea for the first modern arrangement of Palazzo Bianco in Genoa – which preceded the project by Franco Albini and Caterina Marcenaro – proved successful.

ORLANDO GROSSO E L'ARTE GENOVESE: MOSTRE, RICERCA SCIENTIFICA E UN PROGETTO DI MUSEO PER L'ARTE ITALIANA CONTEMPORANEA ALL'OMBRA DELLA TOUR EIFFEL (1908-1948)

Leonardi, Andrea
2018-01-01

Abstract

Una formidabile stagione di valorizzazione e di conoscenza per l’arte antica genovese matura nella prima metà del Novecento, quando in Italia e in Europa diversi momenti espositivi spettacolari contribuiscono a definirne la specificità storiografica (soprattutto tra Rinascimento e Barocco), affiancando tale vicenda alle più note e, in quella fase, già consolidate realtà toscane, romane e venete. Nel delta cronologico preso a riferimento, lo spazio ‘effimero’ della mostra si affianca a quello istituzionale del museo, spesso in gestazione, completandosi vicendevolmente in un progetto culturale unitario, davvero di portata internazionale. E’ Orlando Grosso, pittore e direttore dell’Ufficio Belle Arti di Genova, a tracciare il perimetro di un case study sino a quel momento praticamente inedito: l’approccio di Grosso è contraddistinto da un saper vedere ‘largo’, sicuramente condizionato dalla politica del tempo, ma utile anche a porre le basi per gli approfondimenti che si susseguiranno nel secondo dopoguerra. Procedendo per casi esemplari, il contributo intende tracciare le coordinate delle mostre e degli allestimenti museali genovesi attraverso l’attività di un intellettuale al centro di relazioni estese e sempre di notevole livello (Berenson, Longhi, Ragghianti, Geiger, Bernard). Quella di Grosso è stata una progettualità sofisticata, a sostegno di una politica espositiva capace di grandi aperture: dal 1908 al 1948, si moltiplicarono gli appuntamenti culturali da lui promossi, di cui si mantiene traccia attraverso i cataloghi, le recensioni sulle maggiori riviste di quegli anni, la documentazione archivistica e fotografica. Con Camille Enlhart, Ugo Ojetti e Corrado Ricci, in particolare, egli tratterà a lungo della creazione di un museo di arte italiana contemporanea a Parigi, tutto questo in parallelo alla prima apertura ‘moderna’ di Palazzo Bianco in Strada Nuova e alla creazione di quel sistema museale cittadino divenuto poi paradigma, nell’Italia della ricostruzione, con l’esperienza di Franco Albini e di Caterina Marcenaro.
2018
The Director of the Fine Arts Department of Genoa Council until 1948, Orlando Grosso – more than any other – made an important contribution in defining the boundaries of Genoa’s case study, laying the foundations for further in-depth studies in the post-World War II period. Through his exhibitions, books and many papers published on academic journals he became an interpreter of the complicated reality of his time – which was certainly affected by government policies – as shown by his acquaintance and repeated collaboration with Ugo Ojetti. Grosso encouraged an unprecedented development of innovative exhibition practices. As a result, the number of cultural events increased, as attested not only by administrative documents and catalogues but also by his extensive correspondence and acquaintances with the most important scholars of the cultural milieu of his time, such as Berenson or Ragghianti. Together with Camille Enlart and Corrado Ricci he did his utmost for the realization of a museum of italian art at Palazzo Galliera, in Paris, which, unfortunately, remained a dead letter. On the contrary, his idea for the first modern arrangement of Palazzo Bianco in Genoa – which preceded the project by Franco Albini and Caterina Marcenaro – proved successful.
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