Le norme in materia di patrimonio artistico e archeologico emanate da Ferdinando I di Borbone nel 1822 rappresentano un momento importante anche per la Puglia che, dal XVIII secolo, è stata percorsa da identità e storie di collezionisti interessati tanto al patrimonio archeologico autoctono, quanto alle testimonianze figurative esogene di matrice padano-veneta. Tale dinamica, oltre a inserirsi nel novero dei flussi artistici e antiquari - disciplinati sin dal 1755 - diretti dal meridione verso Napoli e l’Europa sulle rotte del Grand Tour, sembra configurare un prima e un dopo nel modo di intendere lo status del collezionista e l’idea stessa di collezione. In prima battuta, il saggio intende quindi considerare la figura di un genovese fuori di Genova come Michele IV Imperiale principe di Francavilla (Brindisi), nel 1778 nominato proprio da Ferdinando I presidente della “Regale Accademia di Scienze e Belle Lettere” a Napoli, figura di spicco emersa con gli studi di Benedetto Croce che affonda le sue radici in una dimensione legata ancora ad un’idea di “mecenatismo” di matrice haskelliana. In seconda istanza, muovendo sempre dalla temperie legislativo-culturale borbonica degli anni Venti dell’Ottocento, si vuole proporre una prima ricognizione sui nuovi modelli di colta erudizione collezionistica in area apula, non solo alla base di raccolte come quella di Giuseppe Maria Giovene a Molfetta o degli Jatta a Ruvo di Puglia, ma anche funzionale alla formazione di istituzioni post-unitarie come il Museo Archeologico Provinciale di Bari dotato peraltro di una interessante pinacoteca.
COLLEZIONISTI, COLLEZIONISMO E PROCESSI DI MUSEALIZZAZIONE IN PUGLIA TRA XVIII E XIX SECOLO
Leonardi, Andrea
;
2016-01-01
Abstract
Le norme in materia di patrimonio artistico e archeologico emanate da Ferdinando I di Borbone nel 1822 rappresentano un momento importante anche per la Puglia che, dal XVIII secolo, è stata percorsa da identità e storie di collezionisti interessati tanto al patrimonio archeologico autoctono, quanto alle testimonianze figurative esogene di matrice padano-veneta. Tale dinamica, oltre a inserirsi nel novero dei flussi artistici e antiquari - disciplinati sin dal 1755 - diretti dal meridione verso Napoli e l’Europa sulle rotte del Grand Tour, sembra configurare un prima e un dopo nel modo di intendere lo status del collezionista e l’idea stessa di collezione. In prima battuta, il saggio intende quindi considerare la figura di un genovese fuori di Genova come Michele IV Imperiale principe di Francavilla (Brindisi), nel 1778 nominato proprio da Ferdinando I presidente della “Regale Accademia di Scienze e Belle Lettere” a Napoli, figura di spicco emersa con gli studi di Benedetto Croce che affonda le sue radici in una dimensione legata ancora ad un’idea di “mecenatismo” di matrice haskelliana. In seconda istanza, muovendo sempre dalla temperie legislativo-culturale borbonica degli anni Venti dell’Ottocento, si vuole proporre una prima ricognizione sui nuovi modelli di colta erudizione collezionistica in area apula, non solo alla base di raccolte come quella di Giuseppe Maria Giovene a Molfetta o degli Jatta a Ruvo di Puglia, ma anche funzionale alla formazione di istituzioni post-unitarie come il Museo Archeologico Provinciale di Bari dotato peraltro di una interessante pinacoteca.File | Dimensione | Formato | |
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