I principi dell’educazione multisensoriale di Maria Montessori appaiono radicati nella formidabile intuizione secondo cui ogni apprendimento è innanzitutto apprendimento incarnato in azioni situate in un determinato ambiente. Tale approccio avrebbe impresso alla pedagogia e alla didattica contemporanee una forza propulsiva basata principalmente sul materiale di sviluppo, il quale si presenta radicalmente e ineludibilmente incastonato in un insieme assai composito di attività (fra le quali, le cosiddette attività di routine) ed è da questo che trae il suo senso più pieno. È partecipando attivamente e collaborativamente alla vita della comunità scolastica che il “bambino in azione” esperisce se stesso e il mondo (se stesso nel mondo) con la globalità del proprio essere soggetto incarnato. In questa luce, il carattere analitico degli esercizi sensoriali rivela la sua vera funzione, essenzialmente strategica: quella di consentire al bambino di attribuire dominanza, di volta in volta, a ciascuna abilità senso-percettiva e motoria in modo da convogliare su di essa la sua attenzione selettiva. Si tratta di una visione dei processi di costruzione delle conoscenze di grande attualità nel dibattito psico-pedagogico e didattico internazionale che, attorno alla teoria della embodied cognition, vede coagularsi, oggi, una lunga serie di studi e di ricerche.

Cognizione “incarnata” ed educazione dei sensi. Prospettive di lifelong learning a partire dalla riflessione montessoriana

GALLELLI, Rosa
2014-01-01

Abstract

I principi dell’educazione multisensoriale di Maria Montessori appaiono radicati nella formidabile intuizione secondo cui ogni apprendimento è innanzitutto apprendimento incarnato in azioni situate in un determinato ambiente. Tale approccio avrebbe impresso alla pedagogia e alla didattica contemporanee una forza propulsiva basata principalmente sul materiale di sviluppo, il quale si presenta radicalmente e ineludibilmente incastonato in un insieme assai composito di attività (fra le quali, le cosiddette attività di routine) ed è da questo che trae il suo senso più pieno. È partecipando attivamente e collaborativamente alla vita della comunità scolastica che il “bambino in azione” esperisce se stesso e il mondo (se stesso nel mondo) con la globalità del proprio essere soggetto incarnato. In questa luce, il carattere analitico degli esercizi sensoriali rivela la sua vera funzione, essenzialmente strategica: quella di consentire al bambino di attribuire dominanza, di volta in volta, a ciascuna abilità senso-percettiva e motoria in modo da convogliare su di essa la sua attenzione selettiva. Si tratta di una visione dei processi di costruzione delle conoscenze di grande attualità nel dibattito psico-pedagogico e didattico internazionale che, attorno alla teoria della embodied cognition, vede coagularsi, oggi, una lunga serie di studi e di ricerche.
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