“Sud, alzati e cammina!”. L’esortazione evangelica ha ispirato le politiche condotte negli ultimi trent’anni nel Mezzogiorno. Le politiche del “localismo virtuoso” (Franco Cassano), fondate sull’idea che lo sviluppo di un territorio dipenda essenzialmente dall’auto-attivazione dei suoi attori. Il volume, frutto di una lunga ricerca condotta dalle Università di Bari, Messina e del Salento, traccia un bilancio di questa stagione, nonché degli effetti della Lunga Recessione globale iniziata nel 2008. Sul piano economico, i risultati appaiono sconfortanti. Sul piano culturale, si registra la sostanziale scomparsa del Sud dalla dieta mediatica nazionale. Il rinnovato protagonismo nelle forme di auto-rappresentazione che sembra controbilanciare questo evento non si sostanzia, tuttavia, nella costruzione di un punto di vista autonomo, finendo piuttosto per disperdersi nel grande calderone della società dello spettacolo. La classe dirigente meridionale sembra riconoscere il fallimento, ma continua per inerzia a scommettere sullo stesso paradigma fin qui egemone. È questo il punto più preoccupante emergente dall’indagine. Non il ristagno del Sud, quanto la scarsa fiducia, manifestata dai membri della sua classe dirigente, che il sentiero da essi stessi indicato possa condurre effettivamente verso una forma di rinascimento. La crisi di “visione” precede e consolida la crisi reale.
Buonanotte Mezzogiorno. Economia, immaginario e classi dirigenti nel Sud della crisi
PETROSINO, Daniele;ROMANO, Onofrio
2017-01-01
Abstract
“Sud, alzati e cammina!”. L’esortazione evangelica ha ispirato le politiche condotte negli ultimi trent’anni nel Mezzogiorno. Le politiche del “localismo virtuoso” (Franco Cassano), fondate sull’idea che lo sviluppo di un territorio dipenda essenzialmente dall’auto-attivazione dei suoi attori. Il volume, frutto di una lunga ricerca condotta dalle Università di Bari, Messina e del Salento, traccia un bilancio di questa stagione, nonché degli effetti della Lunga Recessione globale iniziata nel 2008. Sul piano economico, i risultati appaiono sconfortanti. Sul piano culturale, si registra la sostanziale scomparsa del Sud dalla dieta mediatica nazionale. Il rinnovato protagonismo nelle forme di auto-rappresentazione che sembra controbilanciare questo evento non si sostanzia, tuttavia, nella costruzione di un punto di vista autonomo, finendo piuttosto per disperdersi nel grande calderone della società dello spettacolo. La classe dirigente meridionale sembra riconoscere il fallimento, ma continua per inerzia a scommettere sullo stesso paradigma fin qui egemone. È questo il punto più preoccupante emergente dall’indagine. Non il ristagno del Sud, quanto la scarsa fiducia, manifestata dai membri della sua classe dirigente, che il sentiero da essi stessi indicato possa condurre effettivamente verso una forma di rinascimento. La crisi di “visione” precede e consolida la crisi reale.File | Dimensione | Formato | |
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