In un primo lavoro gli autori (Summo D. Quatela P.) analizzano una metodologia non parametrica di tipo frontier-approch che consente di scomporre le variazioni della produttività totale in cambiamenti di efficienza e cambiamenti tecnologici. In particolare si sperimenta una risposta empirica alle esigenze conoscitive della dinamica temporale della produttività del settore bancario italiano adottando un approccio metodologico innovativo rispetto all’impostazione classica. Si tratta di porre in essere indici di produttività di Malmquist1 che - a differenza di quelli del tipo Laspeyres, Paasche, Fisher, Tornquist, Solow - considerano l’ipotesi di inefficienza delle strutture produttive osservate e consentono di scindere i cambiamenti dovuti alla efficienza tecnica e ai cambiamenti dovuti al progresso tecnologico, noti, nella terminologia anglosassone, come catching-up effect e tecnology schift effect. Questi indici, tuttavia, richiedono la definizione di una metodologia prodromico alla loro generazione: la Data Envelopment Analisys (DEA). Nel secondo lavoro gli autori (Summo D., Pepe T.) conducono uno studio sulla performance di un’azienda, che può essere misurata sia in riferimento al conseguimento di un adeguato livello di efficienza tecnico-produttiva sia in riferimento al proprio livello di affidabilità commerciale ed economico-finanziaria. In termini sostanziali, sia la misura del livello di efficienza conseguito da un’azienda sia il relativo grado di affidabilità, misurano entrambi la posizione occupata dell’azienda nel mercato di riferimento. La creazione di valore e la crescita di lungo periodo, rappresentano la finalità che l’azienda deve cercare di perseguire, attraverso la sistematizzazione degli strumenti gestionali a loro disposizione. In tale contesto e finalità si inserisce il contributo degli autori (Pepe T., Viola D.) che hanno voluto evidenziare i miglioramenti aziendali dovuti all’impiego sistematico di Schede di Valutazione Bilanciata (Balanced Scorecard), utilizzate non solo come strumento diretto per il miglioramento continuo, ma anche come strumento indiretto per un miglioramento dello stesso grado di affidabilità commerciale. Il tema di ricerca di Summo Vincenzo riguarda una verifica empirica della metodologia “ distribution dynamics” applicata alla realtà italiana per il periodo 1996 -2002. È noto che le dinamiche che si possono osservare in una distribuzione cross-section vanno ben oltre i processi di convergenza o divergenza intesi in senso globale. Lo spettro di possibilità e molto più ampio: in modo particolare si possono presentare dinamiche che interessano non solo la forma della distribuzione ma anche il grado di mobilità delle economie all’interno della distribuzione stessa. Quando si parla di forma della distribuzione si fa riferimento a situazioni in cui è possibile riscontrare clusters di convergenza, fenomeni di polarizzazione stratificazione. Invece, quando si parla di dinamiche intra-distributive si vuole analizzare il grado di persistenza delle economie in determinate parti della distribuzione o si vogliono studiare quei fenomeni detti di leap-frogging e criss-crossing.

Temi di ricerca: produttività ed efficienza

SUMMO, Domenico
2010-01-01

Abstract

In un primo lavoro gli autori (Summo D. Quatela P.) analizzano una metodologia non parametrica di tipo frontier-approch che consente di scomporre le variazioni della produttività totale in cambiamenti di efficienza e cambiamenti tecnologici. In particolare si sperimenta una risposta empirica alle esigenze conoscitive della dinamica temporale della produttività del settore bancario italiano adottando un approccio metodologico innovativo rispetto all’impostazione classica. Si tratta di porre in essere indici di produttività di Malmquist1 che - a differenza di quelli del tipo Laspeyres, Paasche, Fisher, Tornquist, Solow - considerano l’ipotesi di inefficienza delle strutture produttive osservate e consentono di scindere i cambiamenti dovuti alla efficienza tecnica e ai cambiamenti dovuti al progresso tecnologico, noti, nella terminologia anglosassone, come catching-up effect e tecnology schift effect. Questi indici, tuttavia, richiedono la definizione di una metodologia prodromico alla loro generazione: la Data Envelopment Analisys (DEA). Nel secondo lavoro gli autori (Summo D., Pepe T.) conducono uno studio sulla performance di un’azienda, che può essere misurata sia in riferimento al conseguimento di un adeguato livello di efficienza tecnico-produttiva sia in riferimento al proprio livello di affidabilità commerciale ed economico-finanziaria. In termini sostanziali, sia la misura del livello di efficienza conseguito da un’azienda sia il relativo grado di affidabilità, misurano entrambi la posizione occupata dell’azienda nel mercato di riferimento. La creazione di valore e la crescita di lungo periodo, rappresentano la finalità che l’azienda deve cercare di perseguire, attraverso la sistematizzazione degli strumenti gestionali a loro disposizione. In tale contesto e finalità si inserisce il contributo degli autori (Pepe T., Viola D.) che hanno voluto evidenziare i miglioramenti aziendali dovuti all’impiego sistematico di Schede di Valutazione Bilanciata (Balanced Scorecard), utilizzate non solo come strumento diretto per il miglioramento continuo, ma anche come strumento indiretto per un miglioramento dello stesso grado di affidabilità commerciale. Il tema di ricerca di Summo Vincenzo riguarda una verifica empirica della metodologia “ distribution dynamics” applicata alla realtà italiana per il periodo 1996 -2002. È noto che le dinamiche che si possono osservare in una distribuzione cross-section vanno ben oltre i processi di convergenza o divergenza intesi in senso globale. Lo spettro di possibilità e molto più ampio: in modo particolare si possono presentare dinamiche che interessano non solo la forma della distribuzione ma anche il grado di mobilità delle economie all’interno della distribuzione stessa. Quando si parla di forma della distribuzione si fa riferimento a situazioni in cui è possibile riscontrare clusters di convergenza, fenomeni di polarizzazione stratificazione. Invece, quando si parla di dinamiche intra-distributive si vuole analizzare il grado di persistenza delle economie in determinate parti della distribuzione o si vogliono studiare quei fenomeni detti di leap-frogging e criss-crossing.
2010
978-88-8422-938-0
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11586/17408
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