Questo libro … assume il valore di una testimonianza della svolta barocca e dei rapporti fra l’Italia e la Spagna a suo tempo studiati magistralmente da Benedetto Croce. Ma va al di là di questa testimonianza che riguarda una vicenda ormai ben nota della storia culturale italiana. Il fatto che sia stato un intellettuale della corte di Gian Girolamo Acquaviva a vivere questa esperienza e a lasciarne una traccia così consistente, fa parte di quel recupero che il “Centro Ricerche di Storia ed Arte” di Conversano ha portato avanti in questi ultimi decenni». Dalla Prefazione di Francesco Tateo «[...] Questo senso di completo disinganno connota anche l’ultima opera del Tarsia, la Vida di don Francisco de Quevedo y Villegas, del 1663, che ora possiamo leggere nella bella traduzione di Ines Ravasini, dedicata all’illustre scrittore e poeta spagnolo morto nel 1645, nella cui parabola esistenziale l’abate rinviene il suo doppio: letterato di corte - legato anch’egli a un potente uomo di potere, il duca di Osuna -, dopo alterne fortune e tristi vicissitudini, disilluso delle cose del mondo, morì solo e povero, confidando unicamente in Dio». Dall’Introduzione di Caterina Lavarra

Introduzione a Vita di Francisco de Quevedo y Villegas

DISTASO, Grazia
2015-01-01

Abstract

Questo libro … assume il valore di una testimonianza della svolta barocca e dei rapporti fra l’Italia e la Spagna a suo tempo studiati magistralmente da Benedetto Croce. Ma va al di là di questa testimonianza che riguarda una vicenda ormai ben nota della storia culturale italiana. Il fatto che sia stato un intellettuale della corte di Gian Girolamo Acquaviva a vivere questa esperienza e a lasciarne una traccia così consistente, fa parte di quel recupero che il “Centro Ricerche di Storia ed Arte” di Conversano ha portato avanti in questi ultimi decenni». Dalla Prefazione di Francesco Tateo «[...] Questo senso di completo disinganno connota anche l’ultima opera del Tarsia, la Vida di don Francisco de Quevedo y Villegas, del 1663, che ora possiamo leggere nella bella traduzione di Ines Ravasini, dedicata all’illustre scrittore e poeta spagnolo morto nel 1645, nella cui parabola esistenziale l’abate rinviene il suo doppio: letterato di corte - legato anch’egli a un potente uomo di potere, il duca di Osuna -, dopo alterne fortune e tristi vicissitudini, disilluso delle cose del mondo, morì solo e povero, confidando unicamente in Dio». Dall’Introduzione di Caterina Lavarra
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11586/170467
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