La globalizzazione e la crescente diffusione delle tecnologie d’informazione e di comunicazione, se da un lato hanno allargato la possibilità di interagire e comunicare pensieri e idee in tempo reale tra persone di ambienti diversi, allo stesso tempo hanno generato un complessificato scenario sociale e culturale, in cui la perdita di identità, idolatria del mercato, patologia dell’insicurezza (stress, bisogno di certezza, localismi etc,) la fanno da padroni. Se come dice Bauman (2011) il mondo sembra allo stato liquido, come tutto ciò che è liqui- do, sta assumendo di volta in volta forme diverse senza conservarle a lungo. Pertanto le società, che per mezzo dei processi di educazione e formazione, trasmettono conoscenze, valori, stili di vita, norme ecc. ed in base a tali pro- cessi, i sentimenti nei confronti dei diritti umani in genere e di quelli dell’in- fanzia e dell’adolescenza nello specifico, oggi fanno tutto ciò in modo com- plesso e spesso contrastante. Per questo parliamo di paradosso del sentimento dell’infanzia e dell’adolescenza (Ariès, 1999). Paradosso del sentimento perché da un lato i diritti vengono proclamati e affermati con una condivisa cognizione affettiva, dall’altra non vengono però praticati nella realtà. Da un lato le società del nuovo millennio, e dunque gli adulti che ne fanno parte, dichiarano e manifestano, anche a livello educativo, un sentimento nei confronti dell’infanzia e dell’adolescenza carico di diritti, ri- flessioni, attribuzioni di senso e soggettività significante, dall’altra l’esperienza ci consegna una realtà infantile e adolescenziale al centro di interventi frammentari e contraddittori, in cui tali soggetti vengono usati e abusati nelle modalità più varie (Calaprice, 2016). Da dove e da chi ripartire? Certamente dagli adulti in quanto tale liquidità sociale e culturale in modo particolare ha colpito le loro certezze ed i loro punti di riferimento determinando identità fragili, composite ed in continuo disquilibrio. Adulti (genitori, educatori insegnanti etc.) che oggi, per poter svol- gere il loro ruolo educativo, hanno bisogno di ripensarsi e ricomprendersi per riconsiderare il senso profondo del significato educativo del loro “prendersi cura di” riconsiderando i due strumenti fondamentali educativi: ascolto e la partecipazione.
PARADOSSO DELL'INFANZIA E DELL'ADOLESCENZA , ATTUALITA', ADULTITA', IDENTITA'. Per una pedagogia dell'infanzia e adolescenza
CALAPRICE, Silvana
2016-01-01
Abstract
La globalizzazione e la crescente diffusione delle tecnologie d’informazione e di comunicazione, se da un lato hanno allargato la possibilità di interagire e comunicare pensieri e idee in tempo reale tra persone di ambienti diversi, allo stesso tempo hanno generato un complessificato scenario sociale e culturale, in cui la perdita di identità, idolatria del mercato, patologia dell’insicurezza (stress, bisogno di certezza, localismi etc,) la fanno da padroni. Se come dice Bauman (2011) il mondo sembra allo stato liquido, come tutto ciò che è liqui- do, sta assumendo di volta in volta forme diverse senza conservarle a lungo. Pertanto le società, che per mezzo dei processi di educazione e formazione, trasmettono conoscenze, valori, stili di vita, norme ecc. ed in base a tali pro- cessi, i sentimenti nei confronti dei diritti umani in genere e di quelli dell’in- fanzia e dell’adolescenza nello specifico, oggi fanno tutto ciò in modo com- plesso e spesso contrastante. Per questo parliamo di paradosso del sentimento dell’infanzia e dell’adolescenza (Ariès, 1999). Paradosso del sentimento perché da un lato i diritti vengono proclamati e affermati con una condivisa cognizione affettiva, dall’altra non vengono però praticati nella realtà. Da un lato le società del nuovo millennio, e dunque gli adulti che ne fanno parte, dichiarano e manifestano, anche a livello educativo, un sentimento nei confronti dell’infanzia e dell’adolescenza carico di diritti, ri- flessioni, attribuzioni di senso e soggettività significante, dall’altra l’esperienza ci consegna una realtà infantile e adolescenziale al centro di interventi frammentari e contraddittori, in cui tali soggetti vengono usati e abusati nelle modalità più varie (Calaprice, 2016). Da dove e da chi ripartire? Certamente dagli adulti in quanto tale liquidità sociale e culturale in modo particolare ha colpito le loro certezze ed i loro punti di riferimento determinando identità fragili, composite ed in continuo disquilibrio. Adulti (genitori, educatori insegnanti etc.) che oggi, per poter svol- gere il loro ruolo educativo, hanno bisogno di ripensarsi e ricomprendersi per riconsiderare il senso profondo del significato educativo del loro “prendersi cura di” riconsiderando i due strumenti fondamentali educativi: ascolto e la partecipazione.File | Dimensione | Formato | |
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