Il profondo mutamento in atto sui mercati e i diversi fattori di competitività richiedono risposte nuove dalle imprese e tra le criticità delle aziende familiari, certamente la più delicata da fronteggiare è quella della successione dell’imprenditore-fondatore. I modelli di buon governo dell’impresa prevedono un accurato percorso di pianificazione della successione così come si fa per una qualunque altra scelta strategica aziendale. Nella realtà, però, la formalizzazione e l’attuazione di piani successori razionali non è così scontata per una serie di vincoli che contrastano di fatto l’avvio di questo processo. L’ostacolo principale è da ricercare negli elementi a carattere psicologico-culturale legati alla concreta incapacità dell’imprenditore-fondatore di lasciare il comando e il controllo di ciò che ha creato in tanti anni di lavoro. Di fatto si assiste a un tentativo da parte del fondatore di attuare comportamenti ostruzionistici tali da prorogare la questione del suo avvicendamento in un tempo indefinito. Un secondo ostacolo è legato alla percezione che gli imprenditori hanno della successione stessa: essa viene vista come una fase di discontinuità nella vita dell’impresa che porterebbe ad alterare i consolidati equilibri famiglia-impresa. Da qui si sviluppano vari scenari caratterizzati, però, dallo stesso denominatore comune: le aziende familiari sono affollate da figli di imprenditori totalmente estranei alla gestione dell’azienda di famiglia, oppure relegati in funzioni operative secondarie; o, ancora, gratificati con posizioni di prestigio solo apparente (a fianco dell’imprenditore), ma senza che ciò corrisponda a un reale potere; oppure ancora, infine, inseriti sì in azienda – spinti dalle attese che il genitore ripone in loro – ma non abbastanza preparati per il lavoro aziendale. Il denominatore comune è la incapacità dell’imprenditore/fondatore di affrontare il problema successorio di sua spontanea volontà. L’approccio metodologico più corretto per affrontare la successione è, indubbiamente, pianificarla per tempo, fissando tempi, modalità e contenuti. Il momento più delicato è sicuramente persuadere l’imprenditore, che vive questo momento carico di pathos emotivo altalenando la scelta tra le insicurezze sul futuro della sua azienda, senza la sua guida, e la certezza di sentirsi ancora capace e in forze. L’imprenditore deve metabolizzare la necessità dell’avvicendamento e comprenderne i tempi e le modalità. A seconda della realtà familiare, la successione si può gestire considerando soluzioni differenti dal momento che non esiste uno standard generalmente valido.  Questo lavoro focalizza l’attenzione sulle opportunità di cambiamento offerte dalla successione, considerata non come un evento destabilizzante, potenzialmente in grado di compromettere la continuità e la sopravvivenza del sistema aziendale, ma al contrario, come una condizione ricca di potenzialità favorevoli allo sviluppo delle imprese familiari di piccole e medie dimensioni. Se opportunamente gestita, infatti, la successione imprenditoriale può rappresentare una fondamentale occasione per trasmettere lo spirito innovativo all’interno dell’azienda e per avviare processi di cambiamento, da condurre secondo una logica orientata al futuro, in cui si combinino continuità e rinnovamento, tradizione e innovazione. Con tali premesse, il primo capitolo inquadra l’impresa familiare esaminandone il concetto definitorio e analizzando le peculiarità gestionali. Il secondo capitolo introduce il tema della successione imprenditoriale all’interno della famiglia, analizzando il processo, gli attori coinvolti e le problematiche che nei diversi stadi evolutivi possono incontrarsi e generare resistenze al cambiamento. Il terzo capitolo chiarisce, in modo sintetico e senza presunzione di esaustività, quali siano i possibili strumenti legali o riscontrabili nella prassi ed utilizzabili da parte dell’imprenditore per porre in essere il passaggio generazionale in modo soddisfacente sotto il profilo economico, fiscale e legale. Il quarto capitolo introduce il concetto delle fiduciarie bancarie quale particolare species del genus “negozio fiduciario”; chiarisce quali benefits apporti nella vicenda successoria la presenza di questo soggetto terzo chiamato a svolgere la propria attività in aiuto dell’imprenditore.

La prospettiva familiare nel processo di successione imprenditoriale il trasferimento schermato

LUISI, Floriana;
2015-01-01

Abstract

Il profondo mutamento in atto sui mercati e i diversi fattori di competitività richiedono risposte nuove dalle imprese e tra le criticità delle aziende familiari, certamente la più delicata da fronteggiare è quella della successione dell’imprenditore-fondatore. I modelli di buon governo dell’impresa prevedono un accurato percorso di pianificazione della successione così come si fa per una qualunque altra scelta strategica aziendale. Nella realtà, però, la formalizzazione e l’attuazione di piani successori razionali non è così scontata per una serie di vincoli che contrastano di fatto l’avvio di questo processo. L’ostacolo principale è da ricercare negli elementi a carattere psicologico-culturale legati alla concreta incapacità dell’imprenditore-fondatore di lasciare il comando e il controllo di ciò che ha creato in tanti anni di lavoro. Di fatto si assiste a un tentativo da parte del fondatore di attuare comportamenti ostruzionistici tali da prorogare la questione del suo avvicendamento in un tempo indefinito. Un secondo ostacolo è legato alla percezione che gli imprenditori hanno della successione stessa: essa viene vista come una fase di discontinuità nella vita dell’impresa che porterebbe ad alterare i consolidati equilibri famiglia-impresa. Da qui si sviluppano vari scenari caratterizzati, però, dallo stesso denominatore comune: le aziende familiari sono affollate da figli di imprenditori totalmente estranei alla gestione dell’azienda di famiglia, oppure relegati in funzioni operative secondarie; o, ancora, gratificati con posizioni di prestigio solo apparente (a fianco dell’imprenditore), ma senza che ciò corrisponda a un reale potere; oppure ancora, infine, inseriti sì in azienda – spinti dalle attese che il genitore ripone in loro – ma non abbastanza preparati per il lavoro aziendale. Il denominatore comune è la incapacità dell’imprenditore/fondatore di affrontare il problema successorio di sua spontanea volontà. L’approccio metodologico più corretto per affrontare la successione è, indubbiamente, pianificarla per tempo, fissando tempi, modalità e contenuti. Il momento più delicato è sicuramente persuadere l’imprenditore, che vive questo momento carico di pathos emotivo altalenando la scelta tra le insicurezze sul futuro della sua azienda, senza la sua guida, e la certezza di sentirsi ancora capace e in forze. L’imprenditore deve metabolizzare la necessità dell’avvicendamento e comprenderne i tempi e le modalità. A seconda della realtà familiare, la successione si può gestire considerando soluzioni differenti dal momento che non esiste uno standard generalmente valido.  Questo lavoro focalizza l’attenzione sulle opportunità di cambiamento offerte dalla successione, considerata non come un evento destabilizzante, potenzialmente in grado di compromettere la continuità e la sopravvivenza del sistema aziendale, ma al contrario, come una condizione ricca di potenzialità favorevoli allo sviluppo delle imprese familiari di piccole e medie dimensioni. Se opportunamente gestita, infatti, la successione imprenditoriale può rappresentare una fondamentale occasione per trasmettere lo spirito innovativo all’interno dell’azienda e per avviare processi di cambiamento, da condurre secondo una logica orientata al futuro, in cui si combinino continuità e rinnovamento, tradizione e innovazione. Con tali premesse, il primo capitolo inquadra l’impresa familiare esaminandone il concetto definitorio e analizzando le peculiarità gestionali. Il secondo capitolo introduce il tema della successione imprenditoriale all’interno della famiglia, analizzando il processo, gli attori coinvolti e le problematiche che nei diversi stadi evolutivi possono incontrarsi e generare resistenze al cambiamento. Il terzo capitolo chiarisce, in modo sintetico e senza presunzione di esaustività, quali siano i possibili strumenti legali o riscontrabili nella prassi ed utilizzabili da parte dell’imprenditore per porre in essere il passaggio generazionale in modo soddisfacente sotto il profilo economico, fiscale e legale. Il quarto capitolo introduce il concetto delle fiduciarie bancarie quale particolare species del genus “negozio fiduciario”; chiarisce quali benefits apporti nella vicenda successoria la presenza di questo soggetto terzo chiamato a svolgere la propria attività in aiuto dell’imprenditore.
2015
9788866114963
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11586/158712
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