Il revival dei confini: una crisi di identità (o di crescita) dei princìpi democratici

Assistiamo, in varie parti del mondo, a una specie di "revival" dei confini, che si trasformano in muri, anche dopo la condanna che contro i muri è stata pronunciata, all'epoca in cui sorse il più celebre di essi, ovvero il Muro di Berlino. Con i muri si riaffaccia l'immagina stereotipata del "Nemico", e la riflessione di Carl Schmitt intorno al nesso tra spazio sovrano e Nomos ridiventa attuale. Tale riflessione si intreccia con quella, parimenti di crescente attualità, riguardante il rapporto complesso e contraddittorio tra sovranità e democrazia. Nell'ambito di questo rinato rapporto fra sovranità e confini (blindati), il dilemma maggiore è in effetti rappresentato proprio dal ruolo che vi svolgono le democrazie, a cominciare dagli Stati Uniti. Per superare la sua "crisi di identità", la democrazia deve forse divenire cosciente della contraddizione nella quale si trova a operare, affinché possa emanciparsi dalla sua stessa storia e quindi dalla nozione di "potere sovrano" che non può prescindere dallo "spazio chiuso" ed esclusivo nel quale è collocato.