Il contributo pone a confronto la dimensione economica della integrazione europea con quella sociale, attraverso la chiave di lettura offerta da talune clausole presenti nella gran parte delle direttive in materia di politica sociale: le c.d. clausole di favor e le clausole di non regresso. Sia pure all’interno di una trattazione unitaria, vengono evidenziate le diverse conseguenze derivanti dall’adozione dell’uno e/o dell’altro modello da parte del legislatore europeo, il diverso rapporto che essi hanno con le previsioni del Trattato e i delicati problemi, in termini di rapporti ordinamentali, che ne derivano. Con specifico riferimento alle clausole di non regresso, viene proposta una soluzione interpretativa, poi accolta in alcune pronunce della Corte di Giustizia, secondo la quale esse, senza determinare un obbligo di stand still in capo agli Stati membri, porrebbero uno specifico dovere di trasparenza nei confronti della Comunità, impegnando gli Stati a fornire adeguata motivazione delle ragioni economico-sociali del regresso eventualmente realizzato in sede di trasposizione della direttiva. Sommario: 1. Le origini delle clausole di non regresso nelle direttive sociali comunitarie. - 2. Le c.d. clausole di favor ed il loro consolidamento nel Trattato. - 3. La posizione del problema della compatibilità con il Trattato dei trattamenti nazionali di miglior favore. - 4. La generale questione del rapporto tra libertà economiche comunitarie e protezione sociale - 4.1. L’evoluzione della giurisprudenza della Corte di giustizia in tema di libertà economiche. - 4.2. Giurisprudenza della Corte, politica sociale comunitaria ed azione degli Stati membri: l’affermazione di un principio ccomunitario di tutela del lavoro. - 5. Conservazione delle discipline nazionali di miglior favore e contrasto con le libertà economiche comunitarie. - 5.1. Il vigente Trattato ed il tendenziale riallineamento verso l’alto della norme di protezione sociale. - 5.2. (segue): il favor dell’ordinamento comunitario verso la conservazione di trattamenti nazionali migliorativi. - 6. Tutela del lavoro e libertà economiche: inattualità ed inammissibilità di una pretesa prevalenza delle seconde sulla prima. I limiti operanti anche nei confronti del legislatore comunitario. - 7. Dalle clausole di favor a quelle di non regresso. - 8. Il non regresso come specifico obbligo comunitario? - 8.1. L’ammissibilità di un peggioramento delle tutele preesistenti e necessità di una sua giustificazione: un modello di clausole di non regresso. - 8.2. (segue): un altro modello di clausole di non regresso. - 9. Qualche prima riflessione conclusiva sulle clausole di non regresso. - 10. Ulteriori problemi posti dalle clausole di non regresso. - 10.1. In particolare: l’ambito di operatività della clausola di non regresso. - 10.2. (segue): il ‘metro’ da adottare per la verifica dell’effettiva sussistenza di un regresso delle tutele. - 11. Le conseguenze derivanti dalla violazione della clausola di non regresso.

Libertà di concorrenza e protezione sociale a confronto. Le clausole di favor e di non regresso nelle direttive sociali

LECCESE, Vito Sandro;
2005-01-01

Abstract

Il contributo pone a confronto la dimensione economica della integrazione europea con quella sociale, attraverso la chiave di lettura offerta da talune clausole presenti nella gran parte delle direttive in materia di politica sociale: le c.d. clausole di favor e le clausole di non regresso. Sia pure all’interno di una trattazione unitaria, vengono evidenziate le diverse conseguenze derivanti dall’adozione dell’uno e/o dell’altro modello da parte del legislatore europeo, il diverso rapporto che essi hanno con le previsioni del Trattato e i delicati problemi, in termini di rapporti ordinamentali, che ne derivano. Con specifico riferimento alle clausole di non regresso, viene proposta una soluzione interpretativa, poi accolta in alcune pronunce della Corte di Giustizia, secondo la quale esse, senza determinare un obbligo di stand still in capo agli Stati membri, porrebbero uno specifico dovere di trasparenza nei confronti della Comunità, impegnando gli Stati a fornire adeguata motivazione delle ragioni economico-sociali del regresso eventualmente realizzato in sede di trasposizione della direttiva. Sommario: 1. Le origini delle clausole di non regresso nelle direttive sociali comunitarie. - 2. Le c.d. clausole di favor ed il loro consolidamento nel Trattato. - 3. La posizione del problema della compatibilità con il Trattato dei trattamenti nazionali di miglior favore. - 4. La generale questione del rapporto tra libertà economiche comunitarie e protezione sociale - 4.1. L’evoluzione della giurisprudenza della Corte di giustizia in tema di libertà economiche. - 4.2. Giurisprudenza della Corte, politica sociale comunitaria ed azione degli Stati membri: l’affermazione di un principio ccomunitario di tutela del lavoro. - 5. Conservazione delle discipline nazionali di miglior favore e contrasto con le libertà economiche comunitarie. - 5.1. Il vigente Trattato ed il tendenziale riallineamento verso l’alto della norme di protezione sociale. - 5.2. (segue): il favor dell’ordinamento comunitario verso la conservazione di trattamenti nazionali migliorativi. - 6. Tutela del lavoro e libertà economiche: inattualità ed inammissibilità di una pretesa prevalenza delle seconde sulla prima. I limiti operanti anche nei confronti del legislatore comunitario. - 7. Dalle clausole di favor a quelle di non regresso. - 8. Il non regresso come specifico obbligo comunitario? - 8.1. L’ammissibilità di un peggioramento delle tutele preesistenti e necessità di una sua giustificazione: un modello di clausole di non regresso. - 8.2. (segue): un altro modello di clausole di non regresso. - 9. Qualche prima riflessione conclusiva sulle clausole di non regresso. - 10. Ulteriori problemi posti dalle clausole di non regresso. - 10.1. In particolare: l’ambito di operatività della clausola di non regresso. - 10.2. (segue): il ‘metro’ da adottare per la verifica dell’effettiva sussistenza di un regresso delle tutele. - 11. Le conseguenze derivanti dalla violazione della clausola di non regresso.
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