Nel vasto panorama di studi storico-filosofici sul caso Galileo, le figure di Roberto Bellarmino e di Benito Perera sembrano aver assunto valenze differenti. Mentre, infatti, il ruolo assunto dal grande consultore del Sant’Uffizio è quasi sempre riferibile a problematiche inerenti il solo dato giuridico-inquisitorio, la posizione di Benito Perera rappresenta quel riferimento teologico cui non è possibile fare a meno quando si vogliano affrontare le questioni teologiche introdotte nelle Lettere copernicane dello scienziato pisano. Anzi, secondo alcuni studiosi, Perera rappresenterebbe l’unico modello esegetico preso in considerazione da Galileo. Il presente intervento mira a una riconsiderazione delle tre persone alla luce dei ruoli e dei contesti di un’epoca ricca di eventi paradigmatici. Per questo motivo, a una prima parte tesa a comprendere quale sia stata la strategia dello scienziato negli anni compresi tra il 1611 e il 1616, seguirà una seconda nella quale si cercherà di mettere in parallelo le tesi dei due gesuiti in un confronto serrato con i testi galileiani. In questo modo potremo forse recuperare un abbozzo reale che ci permetta di leggere, senza preclusioni ideologiche, quali siano state le esigenze della teologia da una parte e della scienza dall’altra. Come ebbe a dire in un celebre intervento l’allora Joseph Ratzinger all’interno della “Giornata celebrativa per il 100° anniversario di fondazione della Pontificia Commissione Biblica”, il nesso tra esegesi, magistero ed eventi naturali è sempre stato il frutto di una lunga e faticosa ricerca perché «il rapporto tra l'apparenza esterna e il vero e proprio messaggio dell'insieme doveva essere rivisto a fondo, e solo lentamente si sarebbero potuti elaborare i criteri che avrebbero permesso di mettere in un giusto rapporto fra loro la razionalità scientifica e il messaggio specifico della Bibbia». È di questo rapporto che desideriamo discutere, cercando di mettere in luce attraverso le mosse teoriche dei nostri tre protagonisti: Galileo, Bellarmino e Perera.

Perera, Bellarmino, Galileo e il "concordismo" tra Sacre Scritture e ricerca scientifica

PONZIO, Paolo
2014-01-01

Abstract

Nel vasto panorama di studi storico-filosofici sul caso Galileo, le figure di Roberto Bellarmino e di Benito Perera sembrano aver assunto valenze differenti. Mentre, infatti, il ruolo assunto dal grande consultore del Sant’Uffizio è quasi sempre riferibile a problematiche inerenti il solo dato giuridico-inquisitorio, la posizione di Benito Perera rappresenta quel riferimento teologico cui non è possibile fare a meno quando si vogliano affrontare le questioni teologiche introdotte nelle Lettere copernicane dello scienziato pisano. Anzi, secondo alcuni studiosi, Perera rappresenterebbe l’unico modello esegetico preso in considerazione da Galileo. Il presente intervento mira a una riconsiderazione delle tre persone alla luce dei ruoli e dei contesti di un’epoca ricca di eventi paradigmatici. Per questo motivo, a una prima parte tesa a comprendere quale sia stata la strategia dello scienziato negli anni compresi tra il 1611 e il 1616, seguirà una seconda nella quale si cercherà di mettere in parallelo le tesi dei due gesuiti in un confronto serrato con i testi galileiani. In questo modo potremo forse recuperare un abbozzo reale che ci permetta di leggere, senza preclusioni ideologiche, quali siano state le esigenze della teologia da una parte e della scienza dall’altra. Come ebbe a dire in un celebre intervento l’allora Joseph Ratzinger all’interno della “Giornata celebrativa per il 100° anniversario di fondazione della Pontificia Commissione Biblica”, il nesso tra esegesi, magistero ed eventi naturali è sempre stato il frutto di una lunga e faticosa ricerca perché «il rapporto tra l'apparenza esterna e il vero e proprio messaggio dell'insieme doveva essere rivisto a fondo, e solo lentamente si sarebbero potuti elaborare i criteri che avrebbero permesso di mettere in un giusto rapporto fra loro la razionalità scientifica e il messaggio specifico della Bibbia». È di questo rapporto che desideriamo discutere, cercando di mettere in luce attraverso le mosse teoriche dei nostri tre protagonisti: Galileo, Bellarmino e Perera.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11586/150808
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