Gli Autori affrontano il tema del matricidio, delitto poco rappresentato ma dal forte impatto emotivo, proponendo anche alcune riflessioni metodologiche psichiatrico-forensi sull’imputabilità degli autori di questi delitti e sui criteri valutativi che devono sostenere il parere tecnico in perizie e consulenze. La letteratura criminologica fornisce, in maniera convergente, una descrizione dell'autore di matricidio che è di solito un grave malato di mente, che mette in atto la sua condotta-reato sulla spinta di motivazioni deliranti-allucinatorie. Di questa classica tipologia sono descritti alcuni casi tratti da casistica peritale. Non si tratta tuttavia dell’unico profilo di matricida possibile. In una quota minoritaria di casi la letteratura segnala assenza di disturbi di area psicotica o addirittura di infernità di mente, ed in questi casi ciò che emerge con forza è una peculiare relazione madre/figlio caratterizzata da ambivalenza, dipendenza, ostilità: ciò che gli Autori definiscono “legami perversi”. Anche di questa tipologia sono presentati casi tratti da personale casistica. L'analisi criminogenetica e criminodinamica, specie in circostanze simili, è particolarmente utile ai fine di restituire comprensibilità e derivabilità alla condotta-reato. Particolarmente utile a tal fine è la ricostruzione del percorso esistenziale dei protagonisti della vicenda giudiziaria, la "narrazione" storica che conduce al delitto. Comprendere, restituire "senso" non può tuttavia sostituirsi alla consueta criteriologica psichiatrico-forense, che viene richiamata con specifici riferimenti al delitto in questione.

Legami perversi. Storie di matricidi

CATANESI, Roberto;CARABELLESE, Felice Francesco;GRATTAGLIANO, IGNAZIO
2011-01-01

Abstract

Gli Autori affrontano il tema del matricidio, delitto poco rappresentato ma dal forte impatto emotivo, proponendo anche alcune riflessioni metodologiche psichiatrico-forensi sull’imputabilità degli autori di questi delitti e sui criteri valutativi che devono sostenere il parere tecnico in perizie e consulenze. La letteratura criminologica fornisce, in maniera convergente, una descrizione dell'autore di matricidio che è di solito un grave malato di mente, che mette in atto la sua condotta-reato sulla spinta di motivazioni deliranti-allucinatorie. Di questa classica tipologia sono descritti alcuni casi tratti da casistica peritale. Non si tratta tuttavia dell’unico profilo di matricida possibile. In una quota minoritaria di casi la letteratura segnala assenza di disturbi di area psicotica o addirittura di infernità di mente, ed in questi casi ciò che emerge con forza è una peculiare relazione madre/figlio caratterizzata da ambivalenza, dipendenza, ostilità: ciò che gli Autori definiscono “legami perversi”. Anche di questa tipologia sono presentati casi tratti da personale casistica. L'analisi criminogenetica e criminodinamica, specie in circostanze simili, è particolarmente utile ai fine di restituire comprensibilità e derivabilità alla condotta-reato. Particolarmente utile a tal fine è la ricostruzione del percorso esistenziale dei protagonisti della vicenda giudiziaria, la "narrazione" storica che conduce al delitto. Comprendere, restituire "senso" non può tuttavia sostituirsi alla consueta criteriologica psichiatrico-forense, che viene richiamata con specifici riferimenti al delitto in questione.
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