Il saggio si occupa della figura e dell'opera di Thomas Middleton, playright del teatro inglese del Seicento. Le sue tragicommedie di cui ci si occupa, a lungo considerate dai critici come 'minori', rispetto alle sue più note City Comedies e ancor più alle sue tragedie ("Women Beware Women" del 1621 e "The Changeling", 1622). Le tragicommedie frutto di un periodo grigio della produzione artistica middletoniana, dovuto alla necessità di adattarsi a situazioni contingenti e ad una realtà sempre più magmatica, costretta a misurarsi con le differenti richieste del genere teatro. E' dunque difficile non solo attribuire la paternità delle tragicommedie a Middleton, in quanto spesso realizzate in collaborazione con John Fletcher, di cui sicuramente ne risentono l'influsso. Per quanto seguano in linea di massima le indicazioni della poesia tragicomica del Guarini, molto nota oltremanica, pure queste opere presentano numerosi elementi peculiari appartenenti alla tradizione autoctona del teatro inglese. Il lavoro continua occupandosi della valutazione critica fatta alle tragicommedie di Middleton a partire dall'epoca romantica, in particolare per mano di Charles Lamb e William Hazlitt e poi dal poeta Swinburne. Naturalmente fa seguito la critica novecentesca con T.S. Eliot fino alla più esaustiva analisi compiuta da Chakravorty. L'ultima parte del saggio riflette sulle caratteristiche drammatiche, in particolare della tragicommedia 'The Witch', poi di 'A Fair Quarrell' e 'The Old Law'. Tutte e tre le opere rivelano il grado massimo di commistione di generi rispondendo cisì alle esigenze di mercato dell'epoca e al gradimento del pubblico, in quanto in esse convivono la realtà della quotidianità e il mondo fittizio del teatro.
La Tragicommedia di Thomas Middleton: appunti per una ricerca
PONTRANDOLFO, Luisa
2004-01-01
Abstract
Il saggio si occupa della figura e dell'opera di Thomas Middleton, playright del teatro inglese del Seicento. Le sue tragicommedie di cui ci si occupa, a lungo considerate dai critici come 'minori', rispetto alle sue più note City Comedies e ancor più alle sue tragedie ("Women Beware Women" del 1621 e "The Changeling", 1622). Le tragicommedie frutto di un periodo grigio della produzione artistica middletoniana, dovuto alla necessità di adattarsi a situazioni contingenti e ad una realtà sempre più magmatica, costretta a misurarsi con le differenti richieste del genere teatro. E' dunque difficile non solo attribuire la paternità delle tragicommedie a Middleton, in quanto spesso realizzate in collaborazione con John Fletcher, di cui sicuramente ne risentono l'influsso. Per quanto seguano in linea di massima le indicazioni della poesia tragicomica del Guarini, molto nota oltremanica, pure queste opere presentano numerosi elementi peculiari appartenenti alla tradizione autoctona del teatro inglese. Il lavoro continua occupandosi della valutazione critica fatta alle tragicommedie di Middleton a partire dall'epoca romantica, in particolare per mano di Charles Lamb e William Hazlitt e poi dal poeta Swinburne. Naturalmente fa seguito la critica novecentesca con T.S. Eliot fino alla più esaustiva analisi compiuta da Chakravorty. L'ultima parte del saggio riflette sulle caratteristiche drammatiche, in particolare della tragicommedia 'The Witch', poi di 'A Fair Quarrell' e 'The Old Law'. Tutte e tre le opere rivelano il grado massimo di commistione di generi rispondendo cisì alle esigenze di mercato dell'epoca e al gradimento del pubblico, in quanto in esse convivono la realtà della quotidianità e il mondo fittizio del teatro.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.