Per tutto il Cinquecento, anche quando la flotta ragusea percorreva le più importanti rotte commerciali del Mare nostrum, collegando i porti levantini a quelli dell’Europa occidentale e spingendosi sino alle Fiandre e all’Inghilterra , le coste orientali della penisola italiana sono state l’area strategicamente più rilevante per gli affari della Repubblica . Per tale ragione i mercanti ragusei più facoltosi ritennero opportuno inviare, nei più grandi porti italiani, propri uomini di fiducia, in modo che essi potessero meglio smistare i carichi che venivano spediti dalla madrepatria e, nel contempo, potessero curare l’approvvigionamento di merci destinate ai mercati della Repubblica. I rampolli della nobiltà e della borghesia ragusea venivano inviati spesso all’estero in qualità di agenti commerciali ed esercitavano l’attività di corrispondenti dalle principali piazze mercantili italiane ed europee. Tra i tanti ragusei che si recarono all’estero per aprire agenzie commerciali nell’ultimo quarto del XVI secolo, possiamo ricordare i fratelli Martolo e Paolo de Giorgi da Ancona e Venezia. Proprio sull’operato di questi ultimi due mercanti si sofferma questo saggio basato su alcuni documenti conservati presso l’Archivio di Stato di Dubrovnik.
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Titolo: | Commercio e finanza tra Venezia, Ragusa ed Ancona: il fallimento dell’azienda de Giorgi |
Autori: | DELL'OSA, Dario (Corresponding) |
Data di pubblicazione: | 2010 |
Rivista: | |
Handle: | http://hdl.handle.net/11586/105394 |
Appare nelle tipologie: | 1.1 Articolo in rivista |