Il "Contratto di Ulisse": considerazioni bioetiche in fatto di direttive anticipate e psichiatria

L’attuale dibattito bioetico sul consenso informato, le direttive anticipate e l’autodeterminazione del paziente e` da considerarsi come la punta di un iceberg che ha la sua origine, ancor piu` che nella tecnicizzazione della medicina, nella profonda trasformazione che sta investendo il rapporto medico-paziente. Fino a non molto tempo fa, infatti, sarebbe stato da folle rifiutare le cure mediche proposte, oggi, invece, al folle e` addirittura consentito di esprimere la sua volonta` e chiedere al medico di rispettarla. Una rivoluzione non indifferente, paragonabile probabilmente solo a quella copernicana poiche´ mina alla base il concetto classico che fa del medico il garante del « Bene » del paziente (il cosiddetto «paternalismo medico») e frantuma al contempo l’idea stessa di paziente inteso come colui che subisce. Per la biomedicina affrontare una questione del genere significa mettersi, alla stregua di un moderno Amleto, di fronte ai propri fantasmi per cercare di capire chi essi siano