La matrice patriarcale che è all’origine della violenza contro le donne produce anche un altro fenomeno: il silenzio sulle forme di violenza agìta dalle donne, sulla loro capacità di pensare e generare violenza (non solo “di ritorno”), sapendosene assumere il carico. Tanto è legittimamente dichiarata e denunciata la prima, quanto è sottaciuta la seconda, traendo peraltro conforto da un mero dato statistico, che registra la minore incidenza del crimine femminile nel panorama giudiziario dei reati violenti. Il tema è stato affrontato in modo erratico dalla ricerca storica, dai saperi criminologici, giuridici e sociologici, e talvolta in termini non pertinenti dalla stessa prassi giudiziaria, suscitando una comprensione superficiale dei fenomeni odierni e comportando modalità di prevenzione e intervento incostanti. Questo volume vuole sollecitare una prima riflessione organica e interdisciplinare sull’argomento, a partire dai casi concreti che incontriamo nel nostro mestiere, volto al passato come al presente, facendo tesoro delle intersezioni fra i saperi e gli specialismi, e muovendo dal presupposto che la difficoltà di pensare – e affrontare – la violenza delle donne sta dentro il medesimo quadro culturale che continua a permettere le tante forme (troppo spesso estreme) di violenza sulle donne, e finisce per riaffermare ruoli disomogenei e gerarchicamente disposti.

Donne e violenza nel tempo lungo del patriarcato. Incroci e confronti.

carrino annastella
2024-01-01

Abstract

La matrice patriarcale che è all’origine della violenza contro le donne produce anche un altro fenomeno: il silenzio sulle forme di violenza agìta dalle donne, sulla loro capacità di pensare e generare violenza (non solo “di ritorno”), sapendosene assumere il carico. Tanto è legittimamente dichiarata e denunciata la prima, quanto è sottaciuta la seconda, traendo peraltro conforto da un mero dato statistico, che registra la minore incidenza del crimine femminile nel panorama giudiziario dei reati violenti. Il tema è stato affrontato in modo erratico dalla ricerca storica, dai saperi criminologici, giuridici e sociologici, e talvolta in termini non pertinenti dalla stessa prassi giudiziaria, suscitando una comprensione superficiale dei fenomeni odierni e comportando modalità di prevenzione e intervento incostanti. Questo volume vuole sollecitare una prima riflessione organica e interdisciplinare sull’argomento, a partire dai casi concreti che incontriamo nel nostro mestiere, volto al passato come al presente, facendo tesoro delle intersezioni fra i saperi e gli specialismi, e muovendo dal presupposto che la difficoltà di pensare – e affrontare – la violenza delle donne sta dentro il medesimo quadro culturale che continua a permettere le tante forme (troppo spesso estreme) di violenza sulle donne, e finisce per riaffermare ruoli disomogenei e gerarchicamente disposti.
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