Il presente lavoro mira a verificare se ci siano stati cambiamenti, dal 2006 al 2020, nell’uso dei modali in funzione epistemica (Palmer 1986) e degli avverbi di frequenza su 16 foglietti illustrativi (FI) di medicinali da banco (venduti nel Regno Unito e in Italia), in particolar modo in merito all’incidenza degli effetti indesiderati. Studi dimostrano che gli avverbi di frequenza, oltre che gli indicatori numerici, sono ancora difficili da interpretare non solo dai consumatori (Al Juffali et al., 2014; Dyda 2017; Raynor et al. 2018) ma anche dagli stessi specialisti del settore: sia da parte dei medici che li adoperano (Edwards et al. 1998; O’Brien 1989; Stheeman et al. 1993) sia quando dottori e farmacisti sono essi stessi i destinatari (Ziegler et al 2013). La difficoltà nell’interpretare gli avverbi di frequenza e i modali sui FI è causa, altresì, dell’aumento dell’effetto nocebo (Webster et al. 2017) nei pazienti. In altre parole, “molte reazioni avverse avvengono non soltanto a causa del medicinale ma per il fatto che i pazienti si aspettano effetti molto più negativi rispetto a quelli riportati con i descrittori”. Di conseguenza, per paura, i pazienti sono più propensi a non seguire alla lettera le indicazioni riportate sui FI per cercare di ridurre l’incidenza degli effetti indesiderati, cioè per tentare di soffrirne il meno possibile o di evitarli in assoluto. Il presente lavoro, dunque, si sofferma sull'importanza delle parole in ambito medico perché hanno un potere immenso sui pazienti e per questo vanno scelte con cura.

Il potere delle parole: verbi modali e avverbi di frequenza sui foglietti illustrativi dei medicinali in inglese e in italiano

Anna Vita Bianco
2022-01-01

Abstract

Il presente lavoro mira a verificare se ci siano stati cambiamenti, dal 2006 al 2020, nell’uso dei modali in funzione epistemica (Palmer 1986) e degli avverbi di frequenza su 16 foglietti illustrativi (FI) di medicinali da banco (venduti nel Regno Unito e in Italia), in particolar modo in merito all’incidenza degli effetti indesiderati. Studi dimostrano che gli avverbi di frequenza, oltre che gli indicatori numerici, sono ancora difficili da interpretare non solo dai consumatori (Al Juffali et al., 2014; Dyda 2017; Raynor et al. 2018) ma anche dagli stessi specialisti del settore: sia da parte dei medici che li adoperano (Edwards et al. 1998; O’Brien 1989; Stheeman et al. 1993) sia quando dottori e farmacisti sono essi stessi i destinatari (Ziegler et al 2013). La difficoltà nell’interpretare gli avverbi di frequenza e i modali sui FI è causa, altresì, dell’aumento dell’effetto nocebo (Webster et al. 2017) nei pazienti. In altre parole, “molte reazioni avverse avvengono non soltanto a causa del medicinale ma per il fatto che i pazienti si aspettano effetti molto più negativi rispetto a quelli riportati con i descrittori”. Di conseguenza, per paura, i pazienti sono più propensi a non seguire alla lettera le indicazioni riportate sui FI per cercare di ridurre l’incidenza degli effetti indesiderati, cioè per tentare di soffrirne il meno possibile o di evitarli in assoluto. Il presente lavoro, dunque, si sofferma sull'importanza delle parole in ambito medico perché hanno un potere immenso sui pazienti e per questo vanno scelte con cura.
2022
978-83-64267-26-0
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