Oggi più che in passato, le città si trovano ad affrontare gli impatti che i cambiamenti ambientali globali, primi tra tutti i climate change, pongono. Si tratta di cambiamenti e sfide che possono essere compresi ed esaminati solo attraverso un approccio sistemico, multidimensionale e complesso, ispirato alla teoria evolutiva, in grado di promuovere strategie politiche e interventi capaci di fronteggiare le crescenti vulnerabilità urbane. Sarà, per cui, necessario riconsiderare il valore che i servizi ecologici hanno nelle città (Elmqvist et al., 2015), riconoscendo l’importanza dei legami esistenti tra la struttura ecologica e gli altri elementi che rientrano nella progettazione urbana. Gli approcci evolutivi assumono esplicitamente la co-evoluzione e la mutua dipendenza delle componenti sociali ed ecologiche. Qualsiasi strategia che mira a promuovere la costruzione di una città sostenibile non può prescindere dal considerare che l’ambiente in cui si vive invita a cercare nuove risposte, anche tecnologiche, ai bisogni collettivi e non solo alle esigenze individuali. Per questo le città sostenibili sono anche città smart e responsive; sono città dove la tecnologia è a servizio del benessere e della sostenibilità. La Quarta Rivoluzione Industriale sta cambiando il modo in cui le città forniscono servizi ai residenti. Servono città “agili” (World Economic Forum, 2018), dove il connubio tra mondo biologico, fisico e digitale viene garantito attraverso innovazioni come intelligenza artificiale, internet delle cose, tecnologia 5G; dove le tecnologie sono utilizzate nel modo migliore possibile per comprendere le tendenze e i bisogni dei cittadini. Serve un approccio citizen centric, nel quale la tecnologia è a servizio di una strategia per creare una città “agile”, ovvero capace di evolvere in modo dinamico e di produrre contesti urbani resilienti ai grandi mutamenti ambientali (Russell, 2011). Le smart cities posso avere un grande ruolo nel miglioramento dello sviluppo locale a patto che non siano scollegate dalle comunità e dalla cittadinanza (Holland, 2008). L’elemento umano garantisce la possibilità alle ICT di contribuire in modo significativo proprio allo sviluppo locale, attraverso il coinvolgimento dei cittadini nella individuazione, nella promozione e nell’utilizzo di soluzioni intelligenti per la città (Grant, 2005). Inoltre, la considerazione degli aspetti sociali nell’introduzione delle tecnologie risulta essere fondamentale se non si vuole far in modo che il gap tra cittadini svantaggiati e non diventi sempre più evidente ed escludente. La capacità, allora, di una smart city di essere di successo e sostenibile dipende dalle possibilità date ai cittadini di diventare parte di questo smart environment (Luque-Ayala et al., 2014), di essere il patrimonio principale della città. Si auspica, allora, un cambiamento nel modo di pensare che è necessario sia differente rispetto ai paradigmi dominanti); serve un cambiamento nei valori degli attori chiave e di quelli della società più in generale. Progredire in sostenibilità per una città richiede flessibilità, apprendimento, visione, immaginazione (Elmqvist et al., 2018). Una città sustainable, smart e responsive si configura allora, inevitabilmente, come una città che apprende, come una learning city, come una città che sa riorientare costantemente i contesti urbani facilitando l’impegno civico, responsabilizzando i cittadini attraverso l’apprendimento permanente e migliorando l’inclusività sociale. La città di Bari da tempo riconosce la sostenibilità come chiave per accrescere la propria competitività, per migliorare la propria attrattività e la qualità della vita dei cittadini e lo fa attraverso il progetto strategico “Bari Smart City”, declinata su 4 azioni integrate: mobilità sostenibile, riattivazione urbana e innovazione sociale, welfare mix integrato, Agenda Digitale e Bari Urban Service Hub. Il contributo porrà particolare attenzione al processo di innovazione sociale che si sta generando con il progetto delle Reti Civiche Urbane, ovvero di gruppi di cittadini che, su invito del Comune, si uniscono per progettare interventi di natura sociale e culturale nei loro quartieri. Il Comune di Bari ha sostenuto economicamente la nascita di 12 Reti Civiche Urbane, una per ogni quartiere della Città con lo scopo di elaborare, in modo condiviso e dal basso, programmi di animazione culturale, attivazione comunitaria e innovazione sociale. Attraverso la valorizzazione delle diverse identità di quartiere, il miglioramento della qualità degli spazi di vita e di socializzazione, il rafforzamento della coesione sociale, l’incremento del senso di appartenenza e di comunità, la mobilitazione di idee, competenze e reti sociali, la valorizzazione degli abitanti come risorse capaci di innescare processi di cambiamento culturale, le reti Civiche Urbane stanno contribuendo alla transizione della città di Bari affinché diventi sustainable, responsive e smart.

Processi tecnologici ed educativi per costruire ecosistemi urbani sostenibili

Tarsitano Elvira;Pirlo Giuseppe;Calvano Gabriella
2021-01-01

Abstract

Oggi più che in passato, le città si trovano ad affrontare gli impatti che i cambiamenti ambientali globali, primi tra tutti i climate change, pongono. Si tratta di cambiamenti e sfide che possono essere compresi ed esaminati solo attraverso un approccio sistemico, multidimensionale e complesso, ispirato alla teoria evolutiva, in grado di promuovere strategie politiche e interventi capaci di fronteggiare le crescenti vulnerabilità urbane. Sarà, per cui, necessario riconsiderare il valore che i servizi ecologici hanno nelle città (Elmqvist et al., 2015), riconoscendo l’importanza dei legami esistenti tra la struttura ecologica e gli altri elementi che rientrano nella progettazione urbana. Gli approcci evolutivi assumono esplicitamente la co-evoluzione e la mutua dipendenza delle componenti sociali ed ecologiche. Qualsiasi strategia che mira a promuovere la costruzione di una città sostenibile non può prescindere dal considerare che l’ambiente in cui si vive invita a cercare nuove risposte, anche tecnologiche, ai bisogni collettivi e non solo alle esigenze individuali. Per questo le città sostenibili sono anche città smart e responsive; sono città dove la tecnologia è a servizio del benessere e della sostenibilità. La Quarta Rivoluzione Industriale sta cambiando il modo in cui le città forniscono servizi ai residenti. Servono città “agili” (World Economic Forum, 2018), dove il connubio tra mondo biologico, fisico e digitale viene garantito attraverso innovazioni come intelligenza artificiale, internet delle cose, tecnologia 5G; dove le tecnologie sono utilizzate nel modo migliore possibile per comprendere le tendenze e i bisogni dei cittadini. Serve un approccio citizen centric, nel quale la tecnologia è a servizio di una strategia per creare una città “agile”, ovvero capace di evolvere in modo dinamico e di produrre contesti urbani resilienti ai grandi mutamenti ambientali (Russell, 2011). Le smart cities posso avere un grande ruolo nel miglioramento dello sviluppo locale a patto che non siano scollegate dalle comunità e dalla cittadinanza (Holland, 2008). L’elemento umano garantisce la possibilità alle ICT di contribuire in modo significativo proprio allo sviluppo locale, attraverso il coinvolgimento dei cittadini nella individuazione, nella promozione e nell’utilizzo di soluzioni intelligenti per la città (Grant, 2005). Inoltre, la considerazione degli aspetti sociali nell’introduzione delle tecnologie risulta essere fondamentale se non si vuole far in modo che il gap tra cittadini svantaggiati e non diventi sempre più evidente ed escludente. La capacità, allora, di una smart city di essere di successo e sostenibile dipende dalle possibilità date ai cittadini di diventare parte di questo smart environment (Luque-Ayala et al., 2014), di essere il patrimonio principale della città. Si auspica, allora, un cambiamento nel modo di pensare che è necessario sia differente rispetto ai paradigmi dominanti); serve un cambiamento nei valori degli attori chiave e di quelli della società più in generale. Progredire in sostenibilità per una città richiede flessibilità, apprendimento, visione, immaginazione (Elmqvist et al., 2018). Una città sustainable, smart e responsive si configura allora, inevitabilmente, come una città che apprende, come una learning city, come una città che sa riorientare costantemente i contesti urbani facilitando l’impegno civico, responsabilizzando i cittadini attraverso l’apprendimento permanente e migliorando l’inclusività sociale. La città di Bari da tempo riconosce la sostenibilità come chiave per accrescere la propria competitività, per migliorare la propria attrattività e la qualità della vita dei cittadini e lo fa attraverso il progetto strategico “Bari Smart City”, declinata su 4 azioni integrate: mobilità sostenibile, riattivazione urbana e innovazione sociale, welfare mix integrato, Agenda Digitale e Bari Urban Service Hub. Il contributo porrà particolare attenzione al processo di innovazione sociale che si sta generando con il progetto delle Reti Civiche Urbane, ovvero di gruppi di cittadini che, su invito del Comune, si uniscono per progettare interventi di natura sociale e culturale nei loro quartieri. Il Comune di Bari ha sostenuto economicamente la nascita di 12 Reti Civiche Urbane, una per ogni quartiere della Città con lo scopo di elaborare, in modo condiviso e dal basso, programmi di animazione culturale, attivazione comunitaria e innovazione sociale. Attraverso la valorizzazione delle diverse identità di quartiere, il miglioramento della qualità degli spazi di vita e di socializzazione, il rafforzamento della coesione sociale, l’incremento del senso di appartenenza e di comunità, la mobilitazione di idee, competenze e reti sociali, la valorizzazione degli abitanti come risorse capaci di innescare processi di cambiamento culturale, le reti Civiche Urbane stanno contribuendo alla transizione della città di Bari affinché diventi sustainable, responsive e smart.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11586/402204
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