Il saggio prende in esame la vicenda filologico-editoriale e la ricezione lessicografica nel corso dell’Ottocento di due resoconti di un viaggio in Terrasanta compiuto da sette nobili fiorentini nel 1384. Gli autori dei testi esaminati sono Lionardo Frescobaldi e Giorgio Gucci, rivalutati in quanto autori «del buon secolo» nell’ultima fase (intorno alla metà del XIX secolo) della plurisecolare attività lessicografica dell’Accademia della Crusca. Di entrambi si possiede una editio princeps ottocentesca: quella di Frescobaldi venne approntata a Roma da Guglielmo Manzi nel 1818, quella di Gucci a Firenze da Carlo Gargiolli nel 1862 (in questa stessa stampa è contenuto il testo di Frescobaldi allestito secondo ragioni filologiche diverse rispetto all’edizione del 1818). Nella prima parte del contributo si ricostruiscono le modalità di allestimento di queste edizioni, e la considerazione che di esse si aveva negli ambienti intellettuali fiorentini intorno alla metà del XIX secolo. Nella seconda parte del saggio sono condotte osservazioni puntuali sulla presenza di questi resoconti nelle opere lessicografiche ottocentesche, in particolare nella V Crusca, grazie agli spogli di Gaetano Milanesi e Giovanni Tortoli, e nel Tommaseo-Bellini (con osservazioni relative anche ai vocabolari di Fanfani e Manuzzi). L’esame conferma da un lato il fortissimo legame esistente all’epoca tra lavoro filologico e lessicografico, dall’altro la prassi che caratterizza a lungo la lessicografia italiana, cioè la tendenza a operare giunte ai vocabolari precedenti, in particolare alla IV Crusca.

This essay examines the philological and editing history and the nineteenth century lexicographical receptions of two accounts of a journey to the Holy Land made by seven Florentine noble men in 1384. The authors of the texts examined are Lionardo Frescobaldi and Giorgio Gucci, revalued as authors «del buon secolo» in the last phase (roughly half way through the nineteenth century) of the centuries-old lexicographical activity of the Accademia della Crusca. A nineteenth century editio princeps of both texts is available: Frescobaldi’s edition was prepared by Guglielmo Manzi in 1818, while Gucci’s was made in Florence by Carlo Gargiolli in 1862 (this printed edition also includes the text by Frescobaldi, prepared on the basis of different philological criteria from those used for the edition of 1818). The first part of the article retraces the way in which these editions were prepared, and the attention given to these works in the intellectual environment of mid-nineteenth century Florence. The second half of the essay gives a detailed analysis of these accounts in nineteenth century lexicographical works, especially in the fifth edition of the Vocabulary of the Accademia della Crusca, thanks to the perusals made by Gaetano Milanesi and Giovanni Tortoli, and in the dictionary by Tommaseo and Bellini (examining also the dictionaries written by Fanfani and Manuzzi). The analysis confirms on the one hand the strong bond existing at the time between philological and lexicographical work, on the other, the practice that has long been a characteristic of Italian lexicography, in other words the tendency to add supplements to previous dictionaries, especially in the fourth edition of the Vocabulary of the Accademia della Crusca.

«Partimoci di Firenze a dì 10 agosto 1384». Lavoro filologico e lessicografico sui resoconti del viaggio in Terrasanta di Giorgio Gucci e Lionardo Frescobaldi

Zarra Giuseppe;
2020-01-01

Abstract

Il saggio prende in esame la vicenda filologico-editoriale e la ricezione lessicografica nel corso dell’Ottocento di due resoconti di un viaggio in Terrasanta compiuto da sette nobili fiorentini nel 1384. Gli autori dei testi esaminati sono Lionardo Frescobaldi e Giorgio Gucci, rivalutati in quanto autori «del buon secolo» nell’ultima fase (intorno alla metà del XIX secolo) della plurisecolare attività lessicografica dell’Accademia della Crusca. Di entrambi si possiede una editio princeps ottocentesca: quella di Frescobaldi venne approntata a Roma da Guglielmo Manzi nel 1818, quella di Gucci a Firenze da Carlo Gargiolli nel 1862 (in questa stessa stampa è contenuto il testo di Frescobaldi allestito secondo ragioni filologiche diverse rispetto all’edizione del 1818). Nella prima parte del contributo si ricostruiscono le modalità di allestimento di queste edizioni, e la considerazione che di esse si aveva negli ambienti intellettuali fiorentini intorno alla metà del XIX secolo. Nella seconda parte del saggio sono condotte osservazioni puntuali sulla presenza di questi resoconti nelle opere lessicografiche ottocentesche, in particolare nella V Crusca, grazie agli spogli di Gaetano Milanesi e Giovanni Tortoli, e nel Tommaseo-Bellini (con osservazioni relative anche ai vocabolari di Fanfani e Manuzzi). L’esame conferma da un lato il fortissimo legame esistente all’epoca tra lavoro filologico e lessicografico, dall’altro la prassi che caratterizza a lungo la lessicografia italiana, cioè la tendenza a operare giunte ai vocabolari precedenti, in particolare alla IV Crusca.
2020
This essay examines the philological and editing history and the nineteenth century lexicographical receptions of two accounts of a journey to the Holy Land made by seven Florentine noble men in 1384. The authors of the texts examined are Lionardo Frescobaldi and Giorgio Gucci, revalued as authors «del buon secolo» in the last phase (roughly half way through the nineteenth century) of the centuries-old lexicographical activity of the Accademia della Crusca. A nineteenth century editio princeps of both texts is available: Frescobaldi’s edition was prepared by Guglielmo Manzi in 1818, while Gucci’s was made in Florence by Carlo Gargiolli in 1862 (this printed edition also includes the text by Frescobaldi, prepared on the basis of different philological criteria from those used for the edition of 1818). The first part of the article retraces the way in which these editions were prepared, and the attention given to these works in the intellectual environment of mid-nineteenth century Florence. The second half of the essay gives a detailed analysis of these accounts in nineteenth century lexicographical works, especially in the fifth edition of the Vocabulary of the Accademia della Crusca, thanks to the perusals made by Gaetano Milanesi and Giovanni Tortoli, and in the dictionary by Tommaseo and Bellini (examining also the dictionaries written by Fanfani and Manuzzi). The analysis confirms on the one hand the strong bond existing at the time between philological and lexicographical work, on the other, the practice that has long been a characteristic of Italian lexicography, in other words the tendency to add supplements to previous dictionaries, especially in the fourth edition of the Vocabulary of the Accademia della Crusca.
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