Nel suo commento in ICUR, VI 15966B, uno dei graffiti nella cripta onoriana dei ss. Marcellino e Pietro sulla via Labicana, p. Ferrua così scriveva nel 1975: “sequuntur in 3-4 quaedam quae solvere nequeo [nisi forte p(res)b(it)e(r) (sic, n.d.r.)]; puto enim signa quae ante P sunt suspensionem indicare”. Il proscinema in questione presenta infatti alcuni grafemi problematici, che non trovano riscontro né in ambito latino né greco né tantomeno runico: essi rimandano piuttosto a sistemi scrittorî d’ambito semitico precedenti la generalizzata adozione della scrittura araba in sincronia diretta con la prima espansione dell’Islam. L’ipotesi di una traccia allografa araba preislamica nella Roma altomedievale – quasi un pendant delle epigrafi runiche relative al più remoto Occidente, pertinenti al medesimo contesto - è dunque occasione di un primo dibattito (con gli interventi di due tra i maggiori esperti di epigrafia del Vicino Oriente) su questa problematica testimonianza. Il graffito – oltre a precisare il tradizionale termine basso dell’uso di queste scritture – può sia rientrare coerentemente nella temperie ‘orientale’ della Roma bizantina di VII e VIII secolo, e inoltre può costituire un utile elemento di riflessione sul fenomeno del viaggio devotionis causa verso Roma e l’Oriente la cui direzione, forse non è necessariamente da considerarsi a senso unico

Un problematico graffito nella cripta onoriana dei ss. Marcellino e Pietro (ICUR, VI 15966B [EDB 6683-6684])

Antonio Felle
Writing – Original Draft Preparation
;
2021-01-01

Abstract

Nel suo commento in ICUR, VI 15966B, uno dei graffiti nella cripta onoriana dei ss. Marcellino e Pietro sulla via Labicana, p. Ferrua così scriveva nel 1975: “sequuntur in 3-4 quaedam quae solvere nequeo [nisi forte p(res)b(it)e(r) (sic, n.d.r.)]; puto enim signa quae ante P sunt suspensionem indicare”. Il proscinema in questione presenta infatti alcuni grafemi problematici, che non trovano riscontro né in ambito latino né greco né tantomeno runico: essi rimandano piuttosto a sistemi scrittorî d’ambito semitico precedenti la generalizzata adozione della scrittura araba in sincronia diretta con la prima espansione dell’Islam. L’ipotesi di una traccia allografa araba preislamica nella Roma altomedievale – quasi un pendant delle epigrafi runiche relative al più remoto Occidente, pertinenti al medesimo contesto - è dunque occasione di un primo dibattito (con gli interventi di due tra i maggiori esperti di epigrafia del Vicino Oriente) su questa problematica testimonianza. Il graffito – oltre a precisare il tradizionale termine basso dell’uso di queste scritture – può sia rientrare coerentemente nella temperie ‘orientale’ della Roma bizantina di VII e VIII secolo, e inoltre può costituire un utile elemento di riflessione sul fenomeno del viaggio devotionis causa verso Roma e l’Oriente la cui direzione, forse non è necessariamente da considerarsi a senso unico
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