Il saggio propone un'analisi del romanzo Jack Maggs dell'autore australiano Peter Carey, uno dei più complessi esempi di riscrittura del capolavoro dickensiano Great Expectations. Ambientato nella Londra del secondo Ottocento, il romanzo di Carey porta in superficie le strategie discorsive del potere imperiale, alla luce del modello ‘contrappuntistico’ proposto da Said in Culture and Imperialism (1993). Attraverso una progressiva sovversione del paradigma narrativo vittoriano, che alle colonie assegnava il ruolo marginale di remoto background dell’azione principale, dal quale far emergere personaggi secondari, e nel quale relegarli una volta assolto al loro compito narrativo, la Londra di metà Ottocento assume in Jack Maggs connotazioni sempre più cupe, laddove l’Australia apparirà invece, nelle pagine conclusive, nel ruolo inedito di generosa ‘madre adottiva’, capace di offrire opportunità di riscatto negate da una ‘madrepatria’ ormai decadente e corrotta. In quest'ottica, il saggio analizza le implicazioni del fitto tessuto metaforico che all’immagine cartografica della terra nullius australiana associa l’idea stessa di narrazione, di rappresentazione della realtà, e più in generale l’idea della Storia come blank space da colmare in assenza di un “orizzonte di verità” condiviso.

"I left a blank map for you”. Cartografie dell’assenza nell’Australia vittoriana

Squeo
2018-01-01

Abstract

Il saggio propone un'analisi del romanzo Jack Maggs dell'autore australiano Peter Carey, uno dei più complessi esempi di riscrittura del capolavoro dickensiano Great Expectations. Ambientato nella Londra del secondo Ottocento, il romanzo di Carey porta in superficie le strategie discorsive del potere imperiale, alla luce del modello ‘contrappuntistico’ proposto da Said in Culture and Imperialism (1993). Attraverso una progressiva sovversione del paradigma narrativo vittoriano, che alle colonie assegnava il ruolo marginale di remoto background dell’azione principale, dal quale far emergere personaggi secondari, e nel quale relegarli una volta assolto al loro compito narrativo, la Londra di metà Ottocento assume in Jack Maggs connotazioni sempre più cupe, laddove l’Australia apparirà invece, nelle pagine conclusive, nel ruolo inedito di generosa ‘madre adottiva’, capace di offrire opportunità di riscatto negate da una ‘madrepatria’ ormai decadente e corrotta. In quest'ottica, il saggio analizza le implicazioni del fitto tessuto metaforico che all’immagine cartografica della terra nullius australiana associa l’idea stessa di narrazione, di rappresentazione della realtà, e più in generale l’idea della Storia come blank space da colmare in assenza di un “orizzonte di verità” condiviso.
2018
978-88-6760-563-7
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