Sullo sfondo della difficile situazione vissuta dal patrimonio storico-artistico nazionale ed europeo tra i due conflitti mondiali, il volume "Arte antica in mostra" indaga per casi esemplari e in riferimento alla prima metà del Novecento le coordinate della fortuna critica dell’arte antica genovese in generale e dell’enorme dotazione artistica cittadina in particolare. Nel delta cronologico preso a riferimento, lo spazio ‘effimero’ della mostra e quello istituzionale del museo furono i due fronti di azione nell’ambito di un progetto culturale unitario, davvero di portata internazionale e per certi aspetti parallelo alla “Genova pittrice” tratteggiata da Roberto Longhi. Soprattutto Orlando Grosso, direttore dell’Ufficio Belle Arti di Genova sino al 1948, ha contribuito a definire il perimetro del case study genovese, ponendo così le basi per le successive occasioni di approfondimento nel secondo dopoguerra: con le mostre, i libri e i numerosi articoli apparsi su riviste come "Dedalo", "Palladio" ed "Emporium", egli si fece interprete di una dimensione complessa, sicuramente anche condizionata dalla politica del tempo, come dimostrano la vicinanza a Ugo Ojetti e le ripetute collaborazioni alle mostre da lui organizzate. Tuttavia, quella di Grosso è stata una progettualità lontana dalla filiera dei ‘traslocatori’ di opere d’arte, a sostegno invece di una pratica espositiva capace di inedite aperture: con lui si moltiplicarono gli appuntamenti culturali di cui si mantiene traccia non solo attraverso aridi documenti d’amministrazione o agili cataloghi, ma, pure, mediante una fitta corrispondenza che lo pose al centro di relazioni estese e sempre di notevole livello (da Bernard Berenson a Carlo Ludovico Ragghianti). Con Camille Enlart e Corrado Ricci egli trattò a lungo della creazione di un Museo di Arte Italiana negli spazi del Palazzo Galliera a Parigi che, purtroppo, rimase lettere morta, al contrario del primo allestimento moderno di Palazzo Bianco a Genova che precedette l’esperienza di Franco Albini e di Caterina Marcenaro.

In the context of the problematic situation of the cultural heritage in Italy and Europe between the two World Wars, the volume "Arte antica in mostra" investigates the circumstances that in the first half of the 20th Century aroused critical interest and acclaim for Renaissance and Baroque art in Genoa and, especially, for the impressive quality and quantity of artworks housed in its art galleries. During that period, the “ephemeral museum” space and the museum public space were the two main issues within a unifying cultural project at international level, parallel, in some aspects, with that of "Genova pittrice" outlined by Roberto Longhi. The Director of the Fine Arts Department of Genoa Council until 1948, Orlando Grosso – more than any other – made an important contribution in defining the boundaries of Genoa’s case study, laying the foundations for further in-depth studies in the post-World War II period. Through his exhibitions, books and many papers published on academic journals such as «Dedalo», «Palladio» and «Emporium», he became an interpreter of the complicated reality of his time – which was certainly affected by government policies – as shown by his acquaintance and repeated collaboration with Ugo Ojetti. Nevertheless, Grosso’s planning vision was broadminded and far different from that of the so-called “traslocatori” of the paintings and sculptures. As a matter of fact, he encouraged an unprecedented development of innovative exhibition practices. As a result, the number of cultural events increased, as attested not only by administrative documents and catalogues but also by his extensive correspondence and acquaintances with the most important scholars of the cultural milieu of his time, such as Bernard Berenson or Carlo Ludovico Ragghianti. Together with Camille Enlart and Corrado Ricci he did his utmost for the realization of a Museum of Italian Art at Palazzo Galliera, in Paris, which, unfortunately, remained a dead letter. On the contrary, his idea for the rst modern arrangement of Palazzo Bianco in Genoa – which preceded the proj- ect by Franco Albini and Caterina Marcenaro – proved successful.

ARTE ANTICA IN MOSTRA. RINASCIMENTO E BAROCCO GENOVESI NEGLI ANNI DI ORLANDO GROSSO (1908-1948)

Leonardi, Andrea
2016-01-01

Abstract

Sullo sfondo della difficile situazione vissuta dal patrimonio storico-artistico nazionale ed europeo tra i due conflitti mondiali, il volume "Arte antica in mostra" indaga per casi esemplari e in riferimento alla prima metà del Novecento le coordinate della fortuna critica dell’arte antica genovese in generale e dell’enorme dotazione artistica cittadina in particolare. Nel delta cronologico preso a riferimento, lo spazio ‘effimero’ della mostra e quello istituzionale del museo furono i due fronti di azione nell’ambito di un progetto culturale unitario, davvero di portata internazionale e per certi aspetti parallelo alla “Genova pittrice” tratteggiata da Roberto Longhi. Soprattutto Orlando Grosso, direttore dell’Ufficio Belle Arti di Genova sino al 1948, ha contribuito a definire il perimetro del case study genovese, ponendo così le basi per le successive occasioni di approfondimento nel secondo dopoguerra: con le mostre, i libri e i numerosi articoli apparsi su riviste come "Dedalo", "Palladio" ed "Emporium", egli si fece interprete di una dimensione complessa, sicuramente anche condizionata dalla politica del tempo, come dimostrano la vicinanza a Ugo Ojetti e le ripetute collaborazioni alle mostre da lui organizzate. Tuttavia, quella di Grosso è stata una progettualità lontana dalla filiera dei ‘traslocatori’ di opere d’arte, a sostegno invece di una pratica espositiva capace di inedite aperture: con lui si moltiplicarono gli appuntamenti culturali di cui si mantiene traccia non solo attraverso aridi documenti d’amministrazione o agili cataloghi, ma, pure, mediante una fitta corrispondenza che lo pose al centro di relazioni estese e sempre di notevole livello (da Bernard Berenson a Carlo Ludovico Ragghianti). Con Camille Enlart e Corrado Ricci egli trattò a lungo della creazione di un Museo di Arte Italiana negli spazi del Palazzo Galliera a Parigi che, purtroppo, rimase lettere morta, al contrario del primo allestimento moderno di Palazzo Bianco a Genova che precedette l’esperienza di Franco Albini e di Caterina Marcenaro.
2016
9788879707534
In the context of the problematic situation of the cultural heritage in Italy and Europe between the two World Wars, the volume "Arte antica in mostra" investigates the circumstances that in the first half of the 20th Century aroused critical interest and acclaim for Renaissance and Baroque art in Genoa and, especially, for the impressive quality and quantity of artworks housed in its art galleries. During that period, the “ephemeral museum” space and the museum public space were the two main issues within a unifying cultural project at international level, parallel, in some aspects, with that of "Genova pittrice" outlined by Roberto Longhi. The Director of the Fine Arts Department of Genoa Council until 1948, Orlando Grosso – more than any other – made an important contribution in defining the boundaries of Genoa’s case study, laying the foundations for further in-depth studies in the post-World War II period. Through his exhibitions, books and many papers published on academic journals such as «Dedalo», «Palladio» and «Emporium», he became an interpreter of the complicated reality of his time – which was certainly affected by government policies – as shown by his acquaintance and repeated collaboration with Ugo Ojetti. Nevertheless, Grosso’s planning vision was broadminded and far different from that of the so-called “traslocatori” of the paintings and sculptures. As a matter of fact, he encouraged an unprecedented development of innovative exhibition practices. As a result, the number of cultural events increased, as attested not only by administrative documents and catalogues but also by his extensive correspondence and acquaintances with the most important scholars of the cultural milieu of his time, such as Bernard Berenson or Carlo Ludovico Ragghianti. Together with Camille Enlart and Corrado Ricci he did his utmost for the realization of a Museum of Italian Art at Palazzo Galliera, in Paris, which, unfortunately, remained a dead letter. On the contrary, his idea for the rst modern arrangement of Palazzo Bianco in Genoa – which preceded the proj- ect by Franco Albini and Caterina Marcenaro – proved successful.
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