Il saggio esamina la giurisprudenza della Corte Suprema del secondo biennio che, anziché marcare una netta discontinuità rispetto agli orientamenti della Camera dei Lord, fa registrare una tendenza all’incrementalism offrendo un’interpretazione evolutiva e moderatamente innovativa della Constitution che si traduce nella mera applicazione di principi tradizionali a nuove fattispecie e nella parallela definizione di uno spazio di creatività giudiziaria dai confini sfumati. Il nesso tra passato e presente è rilevabile nel 2011- 2012, prima ancora che dal contenuto delle sentenze della Corte Suprema – che vede l’attività dei giudici supremi giungere a regime rispetto al biennio iniziale 2009-2010 nel quale l’avvicendamento tra tradizione e innovazione giustificava di per sé il persistente ancoraggio ai crismi tradizionali –, dalla struttura delle pronunce e dall’attenzione riservata al tema nel dibattito interno al consesso. Il nuovo approccio ispirato al principio di trasparenza, infatti, ha condotto ad una sorta di decostruzione delle pronunce che, anziché agevolarne la comprensione da parte di analisti e dottrina, ha alimentato il dibattito critico intorno alle modalità di formulazione delle sentenze , al percorso volto alla determinazione delle decisioni, nonché al ruolo dell’opinione dissenziente.

La giurisprudenza della Corte suprema del Regno Unito nel biennio 2011-2012

MARTINO, Pamela;TORRE, Alessandro
2013-01-01

Abstract

Il saggio esamina la giurisprudenza della Corte Suprema del secondo biennio che, anziché marcare una netta discontinuità rispetto agli orientamenti della Camera dei Lord, fa registrare una tendenza all’incrementalism offrendo un’interpretazione evolutiva e moderatamente innovativa della Constitution che si traduce nella mera applicazione di principi tradizionali a nuove fattispecie e nella parallela definizione di uno spazio di creatività giudiziaria dai confini sfumati. Il nesso tra passato e presente è rilevabile nel 2011- 2012, prima ancora che dal contenuto delle sentenze della Corte Suprema – che vede l’attività dei giudici supremi giungere a regime rispetto al biennio iniziale 2009-2010 nel quale l’avvicendamento tra tradizione e innovazione giustificava di per sé il persistente ancoraggio ai crismi tradizionali –, dalla struttura delle pronunce e dall’attenzione riservata al tema nel dibattito interno al consesso. Il nuovo approccio ispirato al principio di trasparenza, infatti, ha condotto ad una sorta di decostruzione delle pronunce che, anziché agevolarne la comprensione da parte di analisti e dottrina, ha alimentato il dibattito critico intorno alle modalità di formulazione delle sentenze , al percorso volto alla determinazione delle decisioni, nonché al ruolo dell’opinione dissenziente.
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