Dalle emigrazioni dell'Ottocento e del Novecento ad oggi le motivazioni che hanno spinto alla mobilità e le direttrici sono state diverse. Oggi l'Italia è divenuta un'area di attrazione. Al Nord l'immigrazione si presenta con caratteri maggiormente stabili ri­spetto al Sud, in cui si riscontra una situazione di transito dei flussi. Nello scenario nazionale ed internazionale un'attenzione particolare deve essere riservata alla Puglia, data la sua accessibilità e configurazione geografica di regione di frontiera. Il contributo si sofferma su alcuni aspetti del feno­meno e sugli effetti territoriali, nel passaggio da una fase di emergenza ad un faticoso processo di integrazione nelle società ospitanti. L'immigrazione, infatti, non riguarda solo la sfera sociale ed economica, ma anche quella etica, e se pure controllata col piano della clandestinità e della legali­tà costituisce un valore in termini di risorse e di comunicazione. La mobilità è definita come un fenomeno fisiologico, caratteristico delle popolazioni meno evolute che, non avendo ancora raggiunto un equilibrio con l'ambiente, attraverso lo spostamento, realizzavano la funzione approvvigionarsi con l'obiettivo di accrescere la disponibilità delle risor­se, prima di assumere un genere di vita sedentario e stabile (Ratzel, 1882; George, 1992). Ma in che modo si determina la mobilità geografica a livello interno ed internazionale e quali sono le motiva­zioni e le direttrici antiche e nuove? Lo spazio geografico è caratterizzato da differenti condizio­ni di equilibrio tra la popolazione e le risorse e le migrazioni potrebbero altresì rappresentare l'esito finale di un processo nel quale si è andato deteriorando il rapporto tra l'uomo e l'ambiente, inteso quest'ultimo nel suo significato più ampio di ambiente naturale, economico e sociale.Vi possono essere diverse motivazioni che spingono alla migrazione, anche se in larga parte sono da ascriversi a motivi economici, come differenti risultano i soggetti. Inoltre le direttrici sono mutate negli anni. L'Europa infatti, un tempo terra di partenza verso nuovi continenti, è divenuta meta di flussi di immigrati provenienti da Paesi in via di sviluppo. Il contributo analizza il fenomeno immigratorio in Puglia, inquadrandolo nel generale contesto dei flussi dell'area del Mediterraneo. La Puglia, com'è noto, rappresenta per configurazione geografica, una regione di frontie­ra adriatica e per storia un territorio di scambi e di incontri di culture. Essa diviene così un punto di osservazione privilegiato delle migrazioni, non solo sul piano delle azioni, ma anche delle immagini e delle percezioni. Tutto ciò in relazione sia all'assetto geopolitico che si va definendo e ridefinendo, che all'impatto sociale ed economico, derivante dalla comunicazione con le comunità di appartenenza dei gruppi che decidono di essere stanziali in questo territorio.

Riflessione geopolitica e impatto socio economico del fenomeno immigratorio nel territorio pugliese

GRUMO, Rosalina
2004-01-01

Abstract

Dalle emigrazioni dell'Ottocento e del Novecento ad oggi le motivazioni che hanno spinto alla mobilità e le direttrici sono state diverse. Oggi l'Italia è divenuta un'area di attrazione. Al Nord l'immigrazione si presenta con caratteri maggiormente stabili ri­spetto al Sud, in cui si riscontra una situazione di transito dei flussi. Nello scenario nazionale ed internazionale un'attenzione particolare deve essere riservata alla Puglia, data la sua accessibilità e configurazione geografica di regione di frontiera. Il contributo si sofferma su alcuni aspetti del feno­meno e sugli effetti territoriali, nel passaggio da una fase di emergenza ad un faticoso processo di integrazione nelle società ospitanti. L'immigrazione, infatti, non riguarda solo la sfera sociale ed economica, ma anche quella etica, e se pure controllata col piano della clandestinità e della legali­tà costituisce un valore in termini di risorse e di comunicazione. La mobilità è definita come un fenomeno fisiologico, caratteristico delle popolazioni meno evolute che, non avendo ancora raggiunto un equilibrio con l'ambiente, attraverso lo spostamento, realizzavano la funzione approvvigionarsi con l'obiettivo di accrescere la disponibilità delle risor­se, prima di assumere un genere di vita sedentario e stabile (Ratzel, 1882; George, 1992). Ma in che modo si determina la mobilità geografica a livello interno ed internazionale e quali sono le motiva­zioni e le direttrici antiche e nuove? Lo spazio geografico è caratterizzato da differenti condizio­ni di equilibrio tra la popolazione e le risorse e le migrazioni potrebbero altresì rappresentare l'esito finale di un processo nel quale si è andato deteriorando il rapporto tra l'uomo e l'ambiente, inteso quest'ultimo nel suo significato più ampio di ambiente naturale, economico e sociale.Vi possono essere diverse motivazioni che spingono alla migrazione, anche se in larga parte sono da ascriversi a motivi economici, come differenti risultano i soggetti. Inoltre le direttrici sono mutate negli anni. L'Europa infatti, un tempo terra di partenza verso nuovi continenti, è divenuta meta di flussi di immigrati provenienti da Paesi in via di sviluppo. Il contributo analizza il fenomeno immigratorio in Puglia, inquadrandolo nel generale contesto dei flussi dell'area del Mediterraneo. La Puglia, com'è noto, rappresenta per configurazione geografica, una regione di frontie­ra adriatica e per storia un territorio di scambi e di incontri di culture. Essa diviene così un punto di osservazione privilegiato delle migrazioni, non solo sul piano delle azioni, ma anche delle immagini e delle percezioni. Tutto ciò in relazione sia all'assetto geopolitico che si va definendo e ridefinendo, che all'impatto sociale ed economico, derivante dalla comunicazione con le comunità di appartenenza dei gruppi che decidono di essere stanziali in questo territorio.
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