Lo “spazio marittimo” nell’immaginario collettivo e nell’esperienza reale ha assunto significati e valenze molteplici nelle diverse epoche e nei diversi contesti geografici. Si può, pertanto, indagare come lo spazio marittimo e i suoi approdi a partire dal XII-XIII secolo abbiano assunto un particolare significato religioso e come questo sia percepito e descritto in un particolare tipo di fonti, quelle strettamente legate all’ambiente nautico, ovvero i portolani. Alcuni portolani, infatti, possono offrire elementi utili per indagare la dimensione religiosa della navigazione mediterranea, grazie alla presenza di riferimenti ad una geografia che può definirsi “sacra”. L’attenzione è stata concentrata su un portolano particolare, datato al XV secolo, riportato in un manoscritto toscano, attualmente conservato nella Bibiloteca Nazionale di Firenze (Ms. Magliab., VII [8], 1145, 25v-27v). Il testo, infatti, solleva ancora oggi diverse questioni, legate alla struttura, ai contenuti, alle finalità e alle circostanze della sua composizione. Esso include la menzione di santuari e luoghi di culto e proprio a motivo di tale elenco è noto come «portolano sacro» o «portolano dei santi del Mare Nostrum». Nel Portolano sacro si possono evidenziare l’importanza della scelta dei luoghi e le diverse forme di sacralizzazione dello spazio. Il Portolano sacro, inoltre, al pari degli Itineraria di viaggi per terra e delle descriptiones, è particolarmente significativo in quanto, oltre a documentare la reale situazione dei luoghi, lascia percepire il modo come quei luoghi venivano considerati e il significato che essi avevano acquisito nella coscienza religiosa degli uomini dell’epoca in cui venne redatto.

I santuari visti dal mare: l'Adriatico nel Portolano sacro

AULISA, Immacolata
2014-01-01

Abstract

Lo “spazio marittimo” nell’immaginario collettivo e nell’esperienza reale ha assunto significati e valenze molteplici nelle diverse epoche e nei diversi contesti geografici. Si può, pertanto, indagare come lo spazio marittimo e i suoi approdi a partire dal XII-XIII secolo abbiano assunto un particolare significato religioso e come questo sia percepito e descritto in un particolare tipo di fonti, quelle strettamente legate all’ambiente nautico, ovvero i portolani. Alcuni portolani, infatti, possono offrire elementi utili per indagare la dimensione religiosa della navigazione mediterranea, grazie alla presenza di riferimenti ad una geografia che può definirsi “sacra”. L’attenzione è stata concentrata su un portolano particolare, datato al XV secolo, riportato in un manoscritto toscano, attualmente conservato nella Bibiloteca Nazionale di Firenze (Ms. Magliab., VII [8], 1145, 25v-27v). Il testo, infatti, solleva ancora oggi diverse questioni, legate alla struttura, ai contenuti, alle finalità e alle circostanze della sua composizione. Esso include la menzione di santuari e luoghi di culto e proprio a motivo di tale elenco è noto come «portolano sacro» o «portolano dei santi del Mare Nostrum». Nel Portolano sacro si possono evidenziare l’importanza della scelta dei luoghi e le diverse forme di sacralizzazione dello spazio. Il Portolano sacro, inoltre, al pari degli Itineraria di viaggi per terra e delle descriptiones, è particolarmente significativo in quanto, oltre a documentare la reale situazione dei luoghi, lascia percepire il modo come quei luoghi venivano considerati e il significato che essi avevano acquisito nella coscienza religiosa degli uomini dell’epoca in cui venne redatto.
2014
978-88-7228-742-2
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