Nella scrittura di Mathias Énard si delinea uno spazio, al contempo, geograficamente indistinto e preciso, in cui i sentimenti non sono espressione del singolo individuo, ma di una umanità intera. E’ una sorta di mappa entro la quale spostarsi, spesso sul filo del ricordo, alla ricerca di sé; una zona d’ombra, zona grigia, spazio umano, dai contorni fluidi, in continuo movimento, come la storia dell’uomo. Viaggio inconsueto che conduce nel cuore del delirio lucido dei diversi personaggi, questa geografia dell’anima presenta paesaggi e itinerari la cui vastità corrisponde al flusso di sentimenti, espressi con una certa sobrietà, ricusando sia l’enfasi che la declamazione maldestra. Se la geografia traccia il profilo del crollo del personaggio, il luogo è una realtà mobile su cui proiettare il sogno di un futuro migliore perché per quanto dilagante, la collera si rivela portatrice di una energia confortante, mentre la violenza e il male diventano motore di un’operazione estetica.

In writing Mathias Enard outlining a space at the same time geographically indistinct and precise, where feelings are not an expression of the individual, but of humanity as a whole. It 'a kind of map by which to move, often on the edge of the memory, in search of itself; a gray area, gray area, human space, the flowing contours, in constant motion, as the history of man. Unusual journey that leads to the heart of delirium polished of the different characters, this geography of the soul presents landscapes and itineraries whose magnitude corresponds to the flow of feelings, expressed with a certain restraint, refusing to be the emphasis that the clumsy declamation. If geography traces the profile of the collapse of the character, the place is actually a mobile on which to project the dream of a better future because no matter how rampant, anger reveals itself carries a comforting energy, while violence and evil become the engine of an aesthetic

La geografia dell'anima di Mathias Enard

GRAMIGNA, VALERIA
2015-01-01

Abstract

Nella scrittura di Mathias Énard si delinea uno spazio, al contempo, geograficamente indistinto e preciso, in cui i sentimenti non sono espressione del singolo individuo, ma di una umanità intera. E’ una sorta di mappa entro la quale spostarsi, spesso sul filo del ricordo, alla ricerca di sé; una zona d’ombra, zona grigia, spazio umano, dai contorni fluidi, in continuo movimento, come la storia dell’uomo. Viaggio inconsueto che conduce nel cuore del delirio lucido dei diversi personaggi, questa geografia dell’anima presenta paesaggi e itinerari la cui vastità corrisponde al flusso di sentimenti, espressi con una certa sobrietà, ricusando sia l’enfasi che la declamazione maldestra. Se la geografia traccia il profilo del crollo del personaggio, il luogo è una realtà mobile su cui proiettare il sogno di un futuro migliore perché per quanto dilagante, la collera si rivela portatrice di una energia confortante, mentre la violenza e il male diventano motore di un’operazione estetica.
2015
978-88-7462-761-5
In writing Mathias Enard outlining a space at the same time geographically indistinct and precise, where feelings are not an expression of the individual, but of humanity as a whole. It 'a kind of map by which to move, often on the edge of the memory, in search of itself; a gray area, gray area, human space, the flowing contours, in constant motion, as the history of man. Unusual journey that leads to the heart of delirium polished of the different characters, this geography of the soul presents landscapes and itineraries whose magnitude corresponds to the flow of feelings, expressed with a certain restraint, refusing to be the emphasis that the clumsy declamation. If geography traces the profile of the collapse of the character, the place is actually a mobile on which to project the dream of a better future because no matter how rampant, anger reveals itself carries a comforting energy, while violence and evil become the engine of an aesthetic
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