Lo svolgimento teoretico di queste meditazioni ha perseguito l’intento di una riflessione critica (nel senso di κρίνω, cioè valuto) del mondo, in-sé e per-sé, all’interno del Tempo, e del tempo come concetto caratterizzante l’universo, nella specifica prospettiva della forma e del fenomeno di un elemento nella sua discontinuità: la forma continua del Particolare si traduce in fenomeno dell’Universale, poiché il Particolare, discreto nell’elemento della tradizione, racchiude l’Universale ontico della trasformazione: proprio l’aristotelico καθόλου . Ogni parte di questi principia cosmologiae, sul Tempo relativo alla circostanza, il καιρός, o al momento e all’epoca, il χρόνος, o infine all’eterno, l’αἰών, si determina in approfondimenti metafisici e ontologici sul mondo e sul suo Creatore, riflessione che in sé non prevede interruzioni, piuttosto avvalendosi di differenti peculiarità della scrittura, assiomatica, metafisica e mitologico-filosofica, indaga sulla molteplicità di quanto vano e caduco, quasi al di fuori ormai della storia e sottratto a ogni empiricità come pure a ogni idea platonica, per raggiungere però accanto a una tale descrizione e narrazione della trasformazione del tempo e del mutamento del mondo, una riflessione su Dio, quel Gesù dei Vangeli che rinnova e salva proprio il mondo mediante la sua Vita. Non indugiando a considerare fortemente quei contributi aristotelici (come pure il Platone del Timeo) che hanno segnato, forse anche più della sua nota Metafisica, la rilevanza della questione tempo-infinito, si è voluto profilare altresì un’assiomatizzazione critica di quelle problematiche, svolgendo un’analisi della continuità della forma e dell’elemento Tempo nella sua dimensione discreta. Tuttavia è proprio da una tale cesura di discontinuità che il Tempo ritrova la sua peculiarità di limitato/continuo-discreto/infinito: è il paradosso del Tempo a sottolineare già l’illimitatezza dello Spazio che misura e dal quale è costretto però a rendere misura del movimento di ciò che compone quello specifico Spazio, indicato come una forma infinita nella sua continuità: cioè la coscienza dell’uomo in cui il moto del Tempo raccoglie il soffio di Dio in quel determinato Spazio che ci sforziamo di definire “vita”, e che esprime pienamente l’esistenza ontica dell’uomo.

KATHOLOU. Weltgestalt und Zeitinterpretation. Eine theoretisch-philosophische Betrachtung über Gott

LONGO, GIANFRANCO
2012-01-01

Abstract

Lo svolgimento teoretico di queste meditazioni ha perseguito l’intento di una riflessione critica (nel senso di κρίνω, cioè valuto) del mondo, in-sé e per-sé, all’interno del Tempo, e del tempo come concetto caratterizzante l’universo, nella specifica prospettiva della forma e del fenomeno di un elemento nella sua discontinuità: la forma continua del Particolare si traduce in fenomeno dell’Universale, poiché il Particolare, discreto nell’elemento della tradizione, racchiude l’Universale ontico della trasformazione: proprio l’aristotelico καθόλου . Ogni parte di questi principia cosmologiae, sul Tempo relativo alla circostanza, il καιρός, o al momento e all’epoca, il χρόνος, o infine all’eterno, l’αἰών, si determina in approfondimenti metafisici e ontologici sul mondo e sul suo Creatore, riflessione che in sé non prevede interruzioni, piuttosto avvalendosi di differenti peculiarità della scrittura, assiomatica, metafisica e mitologico-filosofica, indaga sulla molteplicità di quanto vano e caduco, quasi al di fuori ormai della storia e sottratto a ogni empiricità come pure a ogni idea platonica, per raggiungere però accanto a una tale descrizione e narrazione della trasformazione del tempo e del mutamento del mondo, una riflessione su Dio, quel Gesù dei Vangeli che rinnova e salva proprio il mondo mediante la sua Vita. Non indugiando a considerare fortemente quei contributi aristotelici (come pure il Platone del Timeo) che hanno segnato, forse anche più della sua nota Metafisica, la rilevanza della questione tempo-infinito, si è voluto profilare altresì un’assiomatizzazione critica di quelle problematiche, svolgendo un’analisi della continuità della forma e dell’elemento Tempo nella sua dimensione discreta. Tuttavia è proprio da una tale cesura di discontinuità che il Tempo ritrova la sua peculiarità di limitato/continuo-discreto/infinito: è il paradosso del Tempo a sottolineare già l’illimitatezza dello Spazio che misura e dal quale è costretto però a rendere misura del movimento di ciò che compone quello specifico Spazio, indicato come una forma infinita nella sua continuità: cioè la coscienza dell’uomo in cui il moto del Tempo raccoglie il soffio di Dio in quel determinato Spazio che ci sforziamo di definire “vita”, e che esprime pienamente l’esistenza ontica dell’uomo.
2012
978-3-643-90187-3
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