L’A. parte parte dall’analisi della questione giuridica sollevata dell’esposizione crocifisso nella aule scolastiche, evidenziando le oggettive difficoltà create dall’effetto mediatico che ha accompagnato l’intera vicenda, evidenziando come sia l’occasione per sgomberare il campo da equivoci di fondo che molto spesso, in preda ad una “deriva” di common law, “attanagliano” anche la migliore dottrina, tradita nella sua riflessione dal momento di fibrillazione del sistema (caso concreto) che inevitabilmente rischia di lasciare sullo sfondo le molteplici implicazioni di carattere prettamente costituzionale (del Paese “ospitante”). Per l’A. quella del crocifisso è l’occasione per poter tracciare le linee di demarcazione di due differenti aspetti che “imbrigliano” la questione e sviluppare il discorso nell’analisi delle due direttrici che sembrano correttamente alla base di una riflessione serena ed approfondita: a) la portata di quello che si può affermare essere il diritto costituzionale in materia religiosa; b) il rapporto tra la laicità ed il patrimonio culturale comune. L’A. conclude evidenziando che più che auspica(re) (e rivendica(re)) una parete bianca, la sola che secondo alcune tesi propugnate appare particolarmente consona con il valore della laicità dello Stato, sarebbe opportuno indagare la capacità di impatto e di interfaccia che le differenti applicazioni del principio di laicità dello Stato (v. caso Francia) hanno con le sfide poste dalle società multietniche, che impongono di bilanciare l’apertura all’integrazione culturale delle popolazioni immigrate e il rispetto della loro libertà di coscienza e di religione con la prudente salvaguardia anche di quelle tradizioni nazionali che assicurano la coesione del tessuto sociale (e non solo). In tale prospettiva la “neutralità” dello spazio pubblico può risultare non solo più discriminante della stessa presenza di simboli religiosi collettivi, corrispondenti alle tradizioni ed ai valori costituzionali tutelati dai singoli Paesi, ma soprattutto meno capace di sviluppare integrazione con la non trascurabile conseguenza di una laicità intesa quale antireligiosità che, come è stato osservato, non ci appartiene.

DIRITTO COSTITUZIONALE IN MATERIA RELIGIOSA, TRA LAICITA’ E PATRIMONIO CULTURALE COMUNE: UN CASO EMBLEMATICO IL CROCIFISSO NELLE AULE SCOLASTICHE

LAGROTTA, Ignazio
2010-01-01

Abstract

L’A. parte parte dall’analisi della questione giuridica sollevata dell’esposizione crocifisso nella aule scolastiche, evidenziando le oggettive difficoltà create dall’effetto mediatico che ha accompagnato l’intera vicenda, evidenziando come sia l’occasione per sgomberare il campo da equivoci di fondo che molto spesso, in preda ad una “deriva” di common law, “attanagliano” anche la migliore dottrina, tradita nella sua riflessione dal momento di fibrillazione del sistema (caso concreto) che inevitabilmente rischia di lasciare sullo sfondo le molteplici implicazioni di carattere prettamente costituzionale (del Paese “ospitante”). Per l’A. quella del crocifisso è l’occasione per poter tracciare le linee di demarcazione di due differenti aspetti che “imbrigliano” la questione e sviluppare il discorso nell’analisi delle due direttrici che sembrano correttamente alla base di una riflessione serena ed approfondita: a) la portata di quello che si può affermare essere il diritto costituzionale in materia religiosa; b) il rapporto tra la laicità ed il patrimonio culturale comune. L’A. conclude evidenziando che più che auspica(re) (e rivendica(re)) una parete bianca, la sola che secondo alcune tesi propugnate appare particolarmente consona con il valore della laicità dello Stato, sarebbe opportuno indagare la capacità di impatto e di interfaccia che le differenti applicazioni del principio di laicità dello Stato (v. caso Francia) hanno con le sfide poste dalle società multietniche, che impongono di bilanciare l’apertura all’integrazione culturale delle popolazioni immigrate e il rispetto della loro libertà di coscienza e di religione con la prudente salvaguardia anche di quelle tradizioni nazionali che assicurano la coesione del tessuto sociale (e non solo). In tale prospettiva la “neutralità” dello spazio pubblico può risultare non solo più discriminante della stessa presenza di simboli religiosi collettivi, corrispondenti alle tradizioni ed ai valori costituzionali tutelati dai singoli Paesi, ma soprattutto meno capace di sviluppare integrazione con la non trascurabile conseguenza di una laicità intesa quale antireligiosità che, come è stato osservato, non ci appartiene.
2010
9788866110071
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