Le pratiche di travestimento letterario legate al mare sono antiche quanto la letteratura. Ad informarle, in origine, c'è il mito: i suoi linguaggi sono il racconto di un'aspettativa, di un 'desiderio'. Ogni pratica di travestimento ha sempre un rapporto col mito: in ognuna di esse c'è sempre una scheggia di quel desiderio, da raccontare, da far 'vedere' come simulacro di un'eternità proiettata nel reale come spettacolo del 'sé'. E' il destino di ogni classicismo. Una ricognizione di queste pratiche, alla cui origine c'è Sannazaro bucolico-pescatorio, creatore di paesaggi archetipici e di Arcadie di diversa natura, delinea un sistema espressivo dotato di una precisa autogiustificazione tipologica, diffuso in tutta Europa, ma con una parabola a termine, che si esaurisce con il tramonto dell''Ancien Régime'. Ne emerge un linguaggio poetico che in dialogo con le arti figurative ripropone al pubblico di corte, nella cornice dell'esotico e della peripezia marinaresca, sul confine fra natura e mito, l'ambiguità costitutiva della letteratura.

Finzioni marine. Travestimento e mito nella civiltà di corte

GIRARDI, Raffaele
2009-01-01

Abstract

Le pratiche di travestimento letterario legate al mare sono antiche quanto la letteratura. Ad informarle, in origine, c'è il mito: i suoi linguaggi sono il racconto di un'aspettativa, di un 'desiderio'. Ogni pratica di travestimento ha sempre un rapporto col mito: in ognuna di esse c'è sempre una scheggia di quel desiderio, da raccontare, da far 'vedere' come simulacro di un'eternità proiettata nel reale come spettacolo del 'sé'. E' il destino di ogni classicismo. Una ricognizione di queste pratiche, alla cui origine c'è Sannazaro bucolico-pescatorio, creatore di paesaggi archetipici e di Arcadie di diversa natura, delinea un sistema espressivo dotato di una precisa autogiustificazione tipologica, diffuso in tutta Europa, ma con una parabola a termine, che si esaurisce con il tramonto dell''Ancien Régime'. Ne emerge un linguaggio poetico che in dialogo con le arti figurative ripropone al pubblico di corte, nella cornice dell'esotico e della peripezia marinaresca, sul confine fra natura e mito, l'ambiguità costitutiva della letteratura.
2009
978-88-7870-388-9
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