Marsiglia è la città francese la cui autonomia politica è più pesantemente ridimensionata dal centralismo di Luigi XIV. E' una condizione alla quale corpi, gruppi ed individui reagiscono vigorosamente. Da un lato i conflitti interni alla città risorgono vivacissimi, anche se non possono più esprimersi, come nel Cinque-Seicento, con la violenza aperta; dall'altra si configura una negoziazione, per linee ufficiali o lungo le catene clientelari, fra i corpi urbani e i centri del Regno. Esclusa dal potere municipale dallo statuto imposto dal re nel 1660, la nobiltà cittadina ingaggia una battaglia lunga ed alla fine vittoriosa per riconquistare i vertici simbolici e decisionali della grande piazza mercantile. Il saggio ricostruisce queste vicende a partire dalle opposte narrazioni della storia della città caduta in disgrazia agli occhi del re, proposte da gruppi che si raccolgono sotto denominazioni ("négociants", "nobles", "bourgeios", "marchands", "avocats") destinate ad essere trasferite nelle norme di accesso al potere urbano. La capacità di costruire narrazioni efficaci è un aspetto non secondario del conflitto che troverà uno sbocco provvisorio nel nuovo statuto urbano del 1767, che definisce una nuova gerarchia fra quelle denominazioni e, di conseguenza, una nuova distribuzione del potere politico e simbolico fra gli individui e gruppi così etichettati.

Una "bonne ville" nella Francia assolutista. Giochi di memorie e conflitti politici a Marsiglia fra Sei e Settecento

SALVEMINI, Biagio
2011-01-01

Abstract

Marsiglia è la città francese la cui autonomia politica è più pesantemente ridimensionata dal centralismo di Luigi XIV. E' una condizione alla quale corpi, gruppi ed individui reagiscono vigorosamente. Da un lato i conflitti interni alla città risorgono vivacissimi, anche se non possono più esprimersi, come nel Cinque-Seicento, con la violenza aperta; dall'altra si configura una negoziazione, per linee ufficiali o lungo le catene clientelari, fra i corpi urbani e i centri del Regno. Esclusa dal potere municipale dallo statuto imposto dal re nel 1660, la nobiltà cittadina ingaggia una battaglia lunga ed alla fine vittoriosa per riconquistare i vertici simbolici e decisionali della grande piazza mercantile. Il saggio ricostruisce queste vicende a partire dalle opposte narrazioni della storia della città caduta in disgrazia agli occhi del re, proposte da gruppi che si raccolgono sotto denominazioni ("négociants", "nobles", "bourgeios", "marchands", "avocats") destinate ad essere trasferite nelle norme di accesso al potere urbano. La capacità di costruire narrazioni efficaci è un aspetto non secondario del conflitto che troverà uno sbocco provvisorio nel nuovo statuto urbano del 1767, che definisce una nuova gerarchia fra quelle denominazioni e, di conseguenza, una nuova distribuzione del potere politico e simbolico fra gli individui e gruppi così etichettati.
2011
978-88-568-3379-9
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