Phrasal verbs and phrasal units: political corpora within the walls of the classroom In questo articolo l’autore analizza discorsi, dichiarazioni, conferenze stampa e interviste rilasciate dai politici americani e italiani al governo e all’opposizione. L’attenzione è concentrata su quelle unità composte da più parole, in particolar modo su quei verbi composti da più parole noti come “phrasal verbs”. I phrasal verbs sono una caratteristica della lingua inglese non particolarmente amata dagli studenti: i dizionari ne riservano un trattamento particolare, e i libri di grammatica sembrano a volte voler contenere delle scuse per la sola ragione che tali verbi esistono (Sinclair 1991). I due software usati per la presente ricerca sono WordSmith Tools 5.0 (Scott 2009) e ConcGram 1.0 (Greaves 2009). Lo studio inizia con l’analisi dei verbi lessicali più frequenti in politica, per proseguire poi, con l’aiuto dei software, con i verbi composti da due, tre e quattro parole. I phrasal verbs sono quasi una “piaga” per gli studenti italiani che cercano, se e quando possibile, di evitarli, facendo ricorso a verbi più rari e talvolta anche goffi e inusuali; al contrario, i native speaker non solo li usano con disinvoltura, ma sembrano preferirli ai corrispondenti verbi composti da una sola parola. Quindi, qualora uno studente debba scegliere tra vote down, turn down, shoot down e reject, certamente la scelta cadrà su reject. Tuttavia, uno studio diacronico dimostra che, nello sviluppo della lingua inglese, la tendenza è stata quella di sostituire le singole parole con le ‘phrases’, e nel nostro corpus di riferimento, per esempio, sono state trovate 43 frequenze di turned down the Lisbon Treaty contro sole 8 di rejected the Lisbon Treaty. La linguistica dei corpora ha dimostrato che la fraseologia è onnipresente nella lingua e che gli elementi fraseologici hanno la precedenza su quelli lessicali. Se gli studenti talvolta avvertono che l’idiom principle può sembrare ostico e di difficile comprensione, non appena essi cominciano a comprendere che ciascun phrasal verb opera come un’unica unità di significato, le difficoltà scompaiono del tutto e non si aspettano più che, per esempio, turn e down abbiano ciascuno un significato proprio, perché le due parole che ricorrono insieme così spesso sono state riposte nel cervello come un’unità olistica (Mauranen 2004). A questo proposito non può non esser citato Searle (1975), quando afferma che c’è una massima che recita come segue: “Parlate in maniera idiomatica, a meno che non ci sia una ragione speciale per non farlo”. ITALIANO

Phrasal verbs and phrasal units: political corpora within the walls of the classroom

MILIZIA, DENISE
2013-01-01

Abstract

Phrasal verbs and phrasal units: political corpora within the walls of the classroom In questo articolo l’autore analizza discorsi, dichiarazioni, conferenze stampa e interviste rilasciate dai politici americani e italiani al governo e all’opposizione. L’attenzione è concentrata su quelle unità composte da più parole, in particolar modo su quei verbi composti da più parole noti come “phrasal verbs”. I phrasal verbs sono una caratteristica della lingua inglese non particolarmente amata dagli studenti: i dizionari ne riservano un trattamento particolare, e i libri di grammatica sembrano a volte voler contenere delle scuse per la sola ragione che tali verbi esistono (Sinclair 1991). I due software usati per la presente ricerca sono WordSmith Tools 5.0 (Scott 2009) e ConcGram 1.0 (Greaves 2009). Lo studio inizia con l’analisi dei verbi lessicali più frequenti in politica, per proseguire poi, con l’aiuto dei software, con i verbi composti da due, tre e quattro parole. I phrasal verbs sono quasi una “piaga” per gli studenti italiani che cercano, se e quando possibile, di evitarli, facendo ricorso a verbi più rari e talvolta anche goffi e inusuali; al contrario, i native speaker non solo li usano con disinvoltura, ma sembrano preferirli ai corrispondenti verbi composti da una sola parola. Quindi, qualora uno studente debba scegliere tra vote down, turn down, shoot down e reject, certamente la scelta cadrà su reject. Tuttavia, uno studio diacronico dimostra che, nello sviluppo della lingua inglese, la tendenza è stata quella di sostituire le singole parole con le ‘phrases’, e nel nostro corpus di riferimento, per esempio, sono state trovate 43 frequenze di turned down the Lisbon Treaty contro sole 8 di rejected the Lisbon Treaty. La linguistica dei corpora ha dimostrato che la fraseologia è onnipresente nella lingua e che gli elementi fraseologici hanno la precedenza su quelli lessicali. Se gli studenti talvolta avvertono che l’idiom principle può sembrare ostico e di difficile comprensione, non appena essi cominciano a comprendere che ciascun phrasal verb opera come un’unica unità di significato, le difficoltà scompaiono del tutto e non si aspettano più che, per esempio, turn e down abbiano ciascuno un significato proprio, perché le due parole che ricorrono insieme così spesso sono state riposte nel cervello come un’unità olistica (Mauranen 2004). A questo proposito non può non esser citato Searle (1975), quando afferma che c’è una massima che recita come segue: “Parlate in maniera idiomatica, a meno che non ci sia una ragione speciale per non farlo”. ITALIANO
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