Tra la fine del Cinquecento e i primi del Seicento, i tre fratelli Costa, Ottavio, Pier Francesco seniore e Alessandro, si impegnano in diversa misura nella realizzazione di uno straordinario luogo d’otium adorno di antichi marmi, numerosi dipinti e preziose suppellettili coniugando sapientemente l’esigenza dell’utilitas con quella di una colta e molto spesso propagandistica venustas. Piambellino è la punta avanzata di un complesso di dimore di villa che qualificava la fascia territoriale suburbana di Albenga, disseminata di tenute e case signorili costruite dal ceto dirigente locale. Casa Costa palesò un notevole interesse per gli spazi di verzura, arrivando a investire risorse paragonabili a quelle che sostennero e alimentarono il mecenatismo e il collezionismo familiare pervasi da un evidente afflato romano. A tal proposito è importante rilevare che, negli stessi anni, i Costa possedevano a Roma, oltre alle dimore cittadine menzionate da Filippo Titi (1674), la villa di San Martino ai Monti, non distante dall’abitazione del cardinale Alessandro Peretti Montalto a Santa Maria Maggiore. Per l’alto prelato curarono, attraverso la banca costituita con gli Herrera, gli acquisti di oggetti d’arte destinati alla sua dimora testimoniati dagli incartamenti conservati presso l’Archivio Segreto Vaticano. Della villa e del giardino di Piambellino, delle sue collezioni si propone inoltre una lettura iconologica, anche attraverso il filtro delle suggestioni offerte dalle carte d’archivio che, trascritte in coda al contributo, sono comprese in un arco temporale che va dal 1604 al 1747.

UN GIARDINO TARDO-MANIERISTA NELLA CAMPAGNA INGAUNA: LA 'VILLA DELLI SIGNORI COSTA' A PIAMBELLINO

Leonardi, Andrea
2004-01-01

Abstract

Tra la fine del Cinquecento e i primi del Seicento, i tre fratelli Costa, Ottavio, Pier Francesco seniore e Alessandro, si impegnano in diversa misura nella realizzazione di uno straordinario luogo d’otium adorno di antichi marmi, numerosi dipinti e preziose suppellettili coniugando sapientemente l’esigenza dell’utilitas con quella di una colta e molto spesso propagandistica venustas. Piambellino è la punta avanzata di un complesso di dimore di villa che qualificava la fascia territoriale suburbana di Albenga, disseminata di tenute e case signorili costruite dal ceto dirigente locale. Casa Costa palesò un notevole interesse per gli spazi di verzura, arrivando a investire risorse paragonabili a quelle che sostennero e alimentarono il mecenatismo e il collezionismo familiare pervasi da un evidente afflato romano. A tal proposito è importante rilevare che, negli stessi anni, i Costa possedevano a Roma, oltre alle dimore cittadine menzionate da Filippo Titi (1674), la villa di San Martino ai Monti, non distante dall’abitazione del cardinale Alessandro Peretti Montalto a Santa Maria Maggiore. Per l’alto prelato curarono, attraverso la banca costituita con gli Herrera, gli acquisti di oggetti d’arte destinati alla sua dimora testimoniati dagli incartamenti conservati presso l’Archivio Segreto Vaticano. Della villa e del giardino di Piambellino, delle sue collezioni si propone inoltre una lettura iconologica, anche attraverso il filtro delle suggestioni offerte dalle carte d’archivio che, trascritte in coda al contributo, sono comprese in un arco temporale che va dal 1604 al 1747.
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