L’intervento si propone di esaminare la produzione poetica verbo-visiva del bitontino Michele Perfetti negli anni di residenza a Taranto fino al trasferimento a Ferrara nel 1973, durante i quali svolse il ruolo di pioniere in Puglia della poesia teorizzata e praticata dal Gruppo 70 di Pignotti e Miccini. L’analisi delle principali opere di Perfetti di quegli anni e di alcuni suoi coevi scritti teorici mostra come le sue sperimentazioni artistiche non abbiano una finalità meramente eversiva e goliardica, ma soggiacciano a una concezione militante della poesia, strumento di critica della cultura di massa condizionata dai media: pertanto, la sua predilezione per la tecnica del collage di materiale verbale e iconico prelevato da giornali, riviste, rotocalchi, pubblicità e fumetti va letta come un’appropriazione dei linguaggi e dei codici del sistema che si intende contestare per combatterlo dall’interno, con le sue stesse armi, in una vera e propria “guerriglia semiologica”.

Letteratura, civiltà tecnologica e mass-media: la poesia visiva di Michele Perfetti negli anni tarantini

Marco Daniele
2019-01-01

Abstract

L’intervento si propone di esaminare la produzione poetica verbo-visiva del bitontino Michele Perfetti negli anni di residenza a Taranto fino al trasferimento a Ferrara nel 1973, durante i quali svolse il ruolo di pioniere in Puglia della poesia teorizzata e praticata dal Gruppo 70 di Pignotti e Miccini. L’analisi delle principali opere di Perfetti di quegli anni e di alcuni suoi coevi scritti teorici mostra come le sue sperimentazioni artistiche non abbiano una finalità meramente eversiva e goliardica, ma soggiacciano a una concezione militante della poesia, strumento di critica della cultura di massa condizionata dai media: pertanto, la sua predilezione per la tecnica del collage di materiale verbale e iconico prelevato da giornali, riviste, rotocalchi, pubblicità e fumetti va letta come un’appropriazione dei linguaggi e dei codici del sistema che si intende contestare per combatterlo dall’interno, con le sue stesse armi, in una vera e propria “guerriglia semiologica”.
2019
978-884675552-0
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11586/263298
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