La Scuola territorialista italiana attribuisce grande importanza alla democrazia locale come strumento di partecipazione politica necessario alla promozione del territorio in quanto bene comune. Essa, inoltre, considera il federalismo come sistema di governo adeguato alla valorizzazione della diversità ecosistemica e socio-culturale del territorio stesso. Tuttavia, gli studiosi territorialisti dovrebbero analizzare in modo più approfondito le ragioni per cui alcune forme storiche di federalismo sono state usate spesso come strumenti di partecipazione alla competizione politica ed economica fra grandi potenze. Essi, inoltre, dovrebbero dedicare una maggiore attenzione alle maniere diverse in cui la tradizione repubblicana e quella liberale hanno declinato i temi della democrazia e della cittadinanza attiva. Solo nel primo caso questi temi sono stati intesi non di rado come pratiche di libertà e di virtù civica finalizzate al bene comune, mentre nel secondo sono stati concepiti soprattutto come mezzi di difesa della libertà privata e dell'interesse economico. Di fronte all'egemonia attuale della cultura politica liberale, una democrazia locale capace di promuovere il territorio come bene comune non può non richiedere la rigenerazione e la promozione attiva di una sfera della cittadinanza in quanto virtù civica, distinta dallo spazio della rappresentanza e della promozione politica degli interessi economici e privati.

Democrazia locale, federalismo solidale, cittadinanza attiva

MARZOCCA, Ottavio
2012-01-01

Abstract

La Scuola territorialista italiana attribuisce grande importanza alla democrazia locale come strumento di partecipazione politica necessario alla promozione del territorio in quanto bene comune. Essa, inoltre, considera il federalismo come sistema di governo adeguato alla valorizzazione della diversità ecosistemica e socio-culturale del territorio stesso. Tuttavia, gli studiosi territorialisti dovrebbero analizzare in modo più approfondito le ragioni per cui alcune forme storiche di federalismo sono state usate spesso come strumenti di partecipazione alla competizione politica ed economica fra grandi potenze. Essi, inoltre, dovrebbero dedicare una maggiore attenzione alle maniere diverse in cui la tradizione repubblicana e quella liberale hanno declinato i temi della democrazia e della cittadinanza attiva. Solo nel primo caso questi temi sono stati intesi non di rado come pratiche di libertà e di virtù civica finalizzate al bene comune, mentre nel secondo sono stati concepiti soprattutto come mezzi di difesa della libertà privata e dell'interesse economico. Di fronte all'egemonia attuale della cultura politica liberale, una democrazia locale capace di promuovere il territorio come bene comune non può non richiedere la rigenerazione e la promozione attiva di una sfera della cittadinanza in quanto virtù civica, distinta dallo spazio della rappresentanza e della promozione politica degli interessi economici e privati.
2012
978-88-6655-131-7
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