Il settore di studio è localizzato lungo il bordo occidentale del Promontorio del Gargano, in un’area compresa fra San Severo e Apricena (Foggia). Esso comprende quindi parte del dominio geodinamico-strutturale dell’Avampaese apulo e parte del dominio dell’Avanfossa bradanica. In particolare, il primo comprende un tratto del margine occidentale del Promontorio del Gargano costituito in prevalenza da rocce carbonatiche autoctone mesozoiche e cenozoiche interessate da strutture tettoniche legate a deformazione di natura fragile prodottesi in prevalenza durante le fasi orogenetiche appenniniche; il secondo corrisponde ad un tratto dell’adiacente depressione tettonica del Tavoliere delle Puglie coperta da depositi silicoclastici marini e continentali e costituente parte del settore nord-orientale dell’Avanfossa bradanica. L’area in esame è considerata, sulla base dei dati di letteratura, un’importante zona sismica: la maggior parte delle faglie è stata attiva probabilmente già dalla fine del Cretaceo. Sulla base di dati strutturali e stratigrafici alcuni autori riconoscono infatti due fasi tettoniche distinte nel Cretaceo e nel Miocene, menzionando la tettonica plio-pleistocenica come un’unica fase geodinamica successiva. Nell’intero Avampaese apulo però, il Plio-Pleistocene è caratterizzato da due distinte fasi di evoluzione geodinamica: una marcata subsidenza (circa 2 mm/anno nel Pliocene - Pleistocene inferiore) connessa alla subduzione appenninica ed una successiva fase di moderato uplift (circa 0,5 mm/anno nel Pleistocene medio-superiore). Il sollevamento dell'Avampaese apulo è tuttora attivo e gran parte delle strutture tettoniche ad attività recente si inserisce in questo quadro geodinamico. L’obiettivo di questo lavoro è quello di evidenziare i dati stratigrafici utili a differenziare le strutture ad attività Pliocene - Pleistocene inferiore da quelle con attività più recente. Gran parte dei dati stratigrafici e tettonici è stata raccolta nell'ambito dei nuovi fogli della Carta Geologica d'Italia (scala 1:50.000) durante il rilevamento geologico del Foglio n° 396 "San Severo". La fase di subsidenza (Pliocene – Pleistocene inferiore) connessa alla subduzione appenninica è registrata nell’area di studio dalla tettonica distensiva che interessa la Calcarenite di Gravina (localmente attribuita al Pliocene medio-superiore). Le evidenze di tettonica sinsedimentaria sono rappresentate essenzialmente da faglie di crescita e dicchi nettuniani. La fase di sollevamento pleistocenica è segnata dalla presenza di depositi marini e continentali terrazzati del Supersintema del Tavoliere delle Puglie che marcano la graduale riemersione di questo settore dalla fine del Pleistocene inferiore fino all'Attuale. Il progressivo sollevamento dell'area in esame può essere desunto dallo studio dei caratteri evolutivi delle unità marine e continentali terrazzate. Le unità terrazzate più antiche sono interessate da faglie prevalentemente distensive e datano quindi l’attività di queste strutture al post-Pleistocene medio.

EVIDENZE DI NEOTETTONICA (PLIOCENE MEDIO - PLEISTOCENE SUPERIORE) NEL SETTORE OCCIDENTALE DEL PROMONTORIO DEL GARGANO (ITALIA MERIDIONALE)

Spalluto L.
Writing – Original Draft Preparation
;
Moretti M.
Writing – Original Draft Preparation
2006-01-01

Abstract

Il settore di studio è localizzato lungo il bordo occidentale del Promontorio del Gargano, in un’area compresa fra San Severo e Apricena (Foggia). Esso comprende quindi parte del dominio geodinamico-strutturale dell’Avampaese apulo e parte del dominio dell’Avanfossa bradanica. In particolare, il primo comprende un tratto del margine occidentale del Promontorio del Gargano costituito in prevalenza da rocce carbonatiche autoctone mesozoiche e cenozoiche interessate da strutture tettoniche legate a deformazione di natura fragile prodottesi in prevalenza durante le fasi orogenetiche appenniniche; il secondo corrisponde ad un tratto dell’adiacente depressione tettonica del Tavoliere delle Puglie coperta da depositi silicoclastici marini e continentali e costituente parte del settore nord-orientale dell’Avanfossa bradanica. L’area in esame è considerata, sulla base dei dati di letteratura, un’importante zona sismica: la maggior parte delle faglie è stata attiva probabilmente già dalla fine del Cretaceo. Sulla base di dati strutturali e stratigrafici alcuni autori riconoscono infatti due fasi tettoniche distinte nel Cretaceo e nel Miocene, menzionando la tettonica plio-pleistocenica come un’unica fase geodinamica successiva. Nell’intero Avampaese apulo però, il Plio-Pleistocene è caratterizzato da due distinte fasi di evoluzione geodinamica: una marcata subsidenza (circa 2 mm/anno nel Pliocene - Pleistocene inferiore) connessa alla subduzione appenninica ed una successiva fase di moderato uplift (circa 0,5 mm/anno nel Pleistocene medio-superiore). Il sollevamento dell'Avampaese apulo è tuttora attivo e gran parte delle strutture tettoniche ad attività recente si inserisce in questo quadro geodinamico. L’obiettivo di questo lavoro è quello di evidenziare i dati stratigrafici utili a differenziare le strutture ad attività Pliocene - Pleistocene inferiore da quelle con attività più recente. Gran parte dei dati stratigrafici e tettonici è stata raccolta nell'ambito dei nuovi fogli della Carta Geologica d'Italia (scala 1:50.000) durante il rilevamento geologico del Foglio n° 396 "San Severo". La fase di subsidenza (Pliocene – Pleistocene inferiore) connessa alla subduzione appenninica è registrata nell’area di studio dalla tettonica distensiva che interessa la Calcarenite di Gravina (localmente attribuita al Pliocene medio-superiore). Le evidenze di tettonica sinsedimentaria sono rappresentate essenzialmente da faglie di crescita e dicchi nettuniani. La fase di sollevamento pleistocenica è segnata dalla presenza di depositi marini e continentali terrazzati del Supersintema del Tavoliere delle Puglie che marcano la graduale riemersione di questo settore dalla fine del Pleistocene inferiore fino all'Attuale. Il progressivo sollevamento dell'area in esame può essere desunto dallo studio dei caratteri evolutivi delle unità marine e continentali terrazzate. Le unità terrazzate più antiche sono interessate da faglie prevalentemente distensive e datano quindi l’attività di queste strutture al post-Pleistocene medio.
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