Partendo dalla letteratura, in particolare, dal libro di L. Gagliardi, Mobilità integrazione delle persone nei centri cittadini romani. Aspetti Giuridici-1- La classificazione degli incolae, Milano, 2006, si è ritenuto di poter evidenziare la trasmigrazione verso altri concetti e l’uso di altre terminologie per indicare gli abitanti dell’impero. E’ noto l’uso di civis, pregrinus, meno noto è l’uso di subiectus. A tal fine, si è cercato di evidenziare come esso sia stato funzionale alla nuova concezione della Res Publica, nella configurazione dell’impero del V secolo. Nella visione che ne conseguì fu rimodellato il rapporto tra amministrati ed amministratori. Si è cercato di affermare che la condizione di sudditi più che esprimere (come avverrà nelle età successive ed in quella moderna e contemporanea) una situazione di dipendenza totale, consisteva nel riconoscimento della posizione paritaria degli uomini all’interno del disegno di crescita voluto da Dio. Disegno che, figlio della Providentia di Dio, aveva bisogno di una guida autorevole: quella dell’imperatore, il quale perciò era considerato “pater”. In quel contesto non è da escludere che l’identificazione dell’imperatore con Dio e con il suo disegno salvifico, nel cui seno egli assumeva la veste di padre protettore, sia stata mediata da altre visioni del mondo, attraverso un’azione culturale che ne avrebbe poi favorito la diffusione. In particolare, il pensiero và alla concezione achemenide del potere, traghettata nel Mediterraneo attraverso l’ellenismo. Vi è, infatti, una sorprendente coincidenza tra la concezione del potere, quale la percepiamo nel basso impero ed in Giustiniano, e la visione achemenide dell’impero.

Da cives a subiecti

CASOLA, MARIA
2011-01-01

Abstract

Partendo dalla letteratura, in particolare, dal libro di L. Gagliardi, Mobilità integrazione delle persone nei centri cittadini romani. Aspetti Giuridici-1- La classificazione degli incolae, Milano, 2006, si è ritenuto di poter evidenziare la trasmigrazione verso altri concetti e l’uso di altre terminologie per indicare gli abitanti dell’impero. E’ noto l’uso di civis, pregrinus, meno noto è l’uso di subiectus. A tal fine, si è cercato di evidenziare come esso sia stato funzionale alla nuova concezione della Res Publica, nella configurazione dell’impero del V secolo. Nella visione che ne conseguì fu rimodellato il rapporto tra amministrati ed amministratori. Si è cercato di affermare che la condizione di sudditi più che esprimere (come avverrà nelle età successive ed in quella moderna e contemporanea) una situazione di dipendenza totale, consisteva nel riconoscimento della posizione paritaria degli uomini all’interno del disegno di crescita voluto da Dio. Disegno che, figlio della Providentia di Dio, aveva bisogno di una guida autorevole: quella dell’imperatore, il quale perciò era considerato “pater”. In quel contesto non è da escludere che l’identificazione dell’imperatore con Dio e con il suo disegno salvifico, nel cui seno egli assumeva la veste di padre protettore, sia stata mediata da altre visioni del mondo, attraverso un’azione culturale che ne avrebbe poi favorito la diffusione. In particolare, il pensiero và alla concezione achemenide del potere, traghettata nel Mediterraneo attraverso l’ellenismo. Vi è, infatti, una sorprendente coincidenza tra la concezione del potere, quale la percepiamo nel basso impero ed in Giustiniano, e la visione achemenide dell’impero.
2011
9788866110996
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