Il rapporto circolare agricoltura/identità da tempo sostiene un ampio dibattito scientifico e politico che coinvolge diversi attori e differenti livelli della scala spaziale e dà vita ad azioni molteplici improntate al raggiungimento degli obiettivi della sostenibilità. Allo stesso tempo, tale rapporto genera una serie di conflitti che discendono dai diversi, e talvolta contrastanti, obiettivi che gli attori intendono raggiungere: se infatti, da una parte, gli interessi pubblici tendono sempre più a orientarsi verso governance e policy finalizzate a garantire la tutela e conservazione degli spazi agricoli e della biodiversità, dall’altra gli interessi delle multinazionali del settore agricolo e food (Monsanto, Danone, Unilever, Nestlè…) e degli imprenditori orientati alla sola massimizzazione del profitto consumano spazi vitali e sacrificano pezzi di identità locali connesse all’agricoltura. Tra questi due poli contrapposti, sono nati dalla società civile nuovi soggetti che, tenendo alta l’attenzione su una serie di assets intangibili, individuano soluzioni che costituiscono la risposta ad istanze presenti nella collettività che né lo Stato, nè il mercato sono state in grado di soddisfare. Il loro coinvolgimento in maniera sempre crescente nelle pratiche territoriali legate all’agricoltura li ha resi soggetti fondamentali nella governance etica del territorio orientata alla ri-attribuzione di senso e identità agli spazi rurali. Il presente contributo si pone come obiettivo quello di indagare sull’esistenza di comunità di pratiche che attraverso la condivisione, formazione e creazione di relazioni del mondo agricolo generato nuove territorialità che prendono corpo da forme innovative di rifunzionalizzazione rurale (per es. Parchi agricoli multifunzionali, hub rurali, frantoi collettivi). Queste ultime attraverso l’innovazione materiale e immateriale, definiscono inattese forme di radicamento territoriale e conservazione dell’identità dei luoghi.

Identità rurale e nuove forme di territorialità attiva in agricoltura. Il percorso del Parco agricolo multifunzionale dei Paduli e dell’hub rurale Vazapp in Puglia

Gattullo Mariateresa
2018-01-01

Abstract

Il rapporto circolare agricoltura/identità da tempo sostiene un ampio dibattito scientifico e politico che coinvolge diversi attori e differenti livelli della scala spaziale e dà vita ad azioni molteplici improntate al raggiungimento degli obiettivi della sostenibilità. Allo stesso tempo, tale rapporto genera una serie di conflitti che discendono dai diversi, e talvolta contrastanti, obiettivi che gli attori intendono raggiungere: se infatti, da una parte, gli interessi pubblici tendono sempre più a orientarsi verso governance e policy finalizzate a garantire la tutela e conservazione degli spazi agricoli e della biodiversità, dall’altra gli interessi delle multinazionali del settore agricolo e food (Monsanto, Danone, Unilever, Nestlè…) e degli imprenditori orientati alla sola massimizzazione del profitto consumano spazi vitali e sacrificano pezzi di identità locali connesse all’agricoltura. Tra questi due poli contrapposti, sono nati dalla società civile nuovi soggetti che, tenendo alta l’attenzione su una serie di assets intangibili, individuano soluzioni che costituiscono la risposta ad istanze presenti nella collettività che né lo Stato, nè il mercato sono state in grado di soddisfare. Il loro coinvolgimento in maniera sempre crescente nelle pratiche territoriali legate all’agricoltura li ha resi soggetti fondamentali nella governance etica del territorio orientata alla ri-attribuzione di senso e identità agli spazi rurali. Il presente contributo si pone come obiettivo quello di indagare sull’esistenza di comunità di pratiche che attraverso la condivisione, formazione e creazione di relazioni del mondo agricolo generato nuove territorialità che prendono corpo da forme innovative di rifunzionalizzazione rurale (per es. Parchi agricoli multifunzionali, hub rurali, frantoi collettivi). Queste ultime attraverso l’innovazione materiale e immateriale, definiscono inattese forme di radicamento territoriale e conservazione dell’identità dei luoghi.
2018
978-88-917-7938-0
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