Guardare e ascoltare il mondo sociale non è suffi- ciente per imparare: i bambini devono partecipare ad attività condivise, costruendo nuovi apprendimenti attraverso le loro esperienze e nell’interazione con gli altri (Vivanti e Salomone, 2016). Nei primi anni di vita la partecipazione attiva agli scambi sociali si manifesta nella cornice “faccia a faccia” tra madre e bambino, basata su scambi di sguardi, vocalizzazioni, sorrisi. Tale abilità, presente nei bambini con sviluppo tipico, può risultare ridotta in quelli con Disturbo dello Spettro dell’Autismo (ASD). Infatti i bambini con ASD, rispetto ai neurotipici, mostrano ridotte iniziative nel- la comunicazione e interazione sociale con coetanei o adulti; tendono a guardare meno negli occhi e a imi- tare un comportamento di un’altra persona; mostra- no difficoltà a comprendere pensieri, intenzioni ed emozioni di chi li circonda, per cui gli stimoli sociali (sguardi, voce e modi di fare altrui) non innescano una risposta di attenzione immediata. Scopo dello studio è indagare l’efficacia di un training cognitivo-compor- tamentale sul riconoscimento delle emozioni, al fine di stabilire quanto i bambini con ASD siano in grado di comprendere lo stimolo sociale veicolato dal volto e quanto tale abilità sia modificabile a seguito di un training. Il campione è costituito da bambini, di età compresa tra i 3 ed i 5 anni, che afferiscono al Presidio di Riabilitazione “Istituto Santa Chiara” di Lecce e che presentano diagnosi di ASD. L’interim analysis ha evi- denziato come la capacità di riconoscere le emozioni aumenti dopo il training cognitivo - comportamentale.

Potenziamento delle competenze cognitivo-emotive in soggetti con Disturbo dello Spettro dell’Autismo mediante training cognitivo-comportamentale

C. Semeraro
Writing – Original Draft Preparation
;
2017-01-01

Abstract

Guardare e ascoltare il mondo sociale non è suffi- ciente per imparare: i bambini devono partecipare ad attività condivise, costruendo nuovi apprendimenti attraverso le loro esperienze e nell’interazione con gli altri (Vivanti e Salomone, 2016). Nei primi anni di vita la partecipazione attiva agli scambi sociali si manifesta nella cornice “faccia a faccia” tra madre e bambino, basata su scambi di sguardi, vocalizzazioni, sorrisi. Tale abilità, presente nei bambini con sviluppo tipico, può risultare ridotta in quelli con Disturbo dello Spettro dell’Autismo (ASD). Infatti i bambini con ASD, rispetto ai neurotipici, mostrano ridotte iniziative nel- la comunicazione e interazione sociale con coetanei o adulti; tendono a guardare meno negli occhi e a imi- tare un comportamento di un’altra persona; mostra- no difficoltà a comprendere pensieri, intenzioni ed emozioni di chi li circonda, per cui gli stimoli sociali (sguardi, voce e modi di fare altrui) non innescano una risposta di attenzione immediata. Scopo dello studio è indagare l’efficacia di un training cognitivo-compor- tamentale sul riconoscimento delle emozioni, al fine di stabilire quanto i bambini con ASD siano in grado di comprendere lo stimolo sociale veicolato dal volto e quanto tale abilità sia modificabile a seguito di un training. Il campione è costituito da bambini, di età compresa tra i 3 ed i 5 anni, che afferiscono al Presidio di Riabilitazione “Istituto Santa Chiara” di Lecce e che presentano diagnosi di ASD. L’interim analysis ha evi- denziato come la capacità di riconoscere le emozioni aumenti dopo il training cognitivo - comportamentale.
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