Il saggio desidera dare una rappresentazione del quadro delle relazioni, nel XVII secolo, tra teologia e novità scientifiche galileiane, e più precisamente, tra esegesi biblica e realtà naturale, a partire da quegli spunti dottrinali post-tridentini che hanno caratterizzato il dibattito all’interno e all’esterno della teologia. In questa prospettiva, l’autore intende prendere in considerazione, come momenti di origine della stessa rappresentazione, tre autori che in misura differente costituiscono altrettanti punti di riferimento nell’intera vicenda galileiana: Roberto Bellarmino, Paolo Antonio Foscarini e Tommaso Campanella. Roberto Bellarmino, autore delle famose Disputationes de controversiis christianae fidei, negli anni d’insegnamento a Lovanio, pur non sviluppando un proprio modello cosmologico, assumerà una serie di posizioni legate a problemi astronomici, volti a salvaguardare alcuni specifici aspetti della teologia cattolica post-tridentina. Il suo programma sembra essere del tutto in linea con la teologia esegetica della Compagnia di Gesù che prevedeva un uso compatto dell’interpretazione letterale e storica della Sacra Scrittura. A differenza del gesuita, Tommaso Campanella suggerirà, all’interno della sua Apologia pro Galilaeo, l’esigenza di sviluppare una libertà del filosofare – al cui interno si esige una libertà anche nelle discipline teologiche – e una strenua difesa del “codice” della natura che svincoli la teologia dal sostenere in modo univoco l’interpretazione aristotelico-scolastica e porti a delineare una riforma del pensiero e di tutte le discipline scientifiche. Infine, Paolo Antonio Foscarini assumerà, nella sua Lettera sopra l’opinione de’ Pitagorici, il binomio Scrittura-Natura entro parametri differenti, utilizzando come punto di partenza l’assoluta fiducia nella veridicità delle Scritture: quand’anche vi siano conoscenze contrastanti con la Scrittura non solo sarà opportuno tralasciare ogni ragione umana che le convalidi, ma anche ogni esperienza sensibile legata alle stesse conoscenze.

Teologie e copernicanesimo: Bellarmino, Campanella, Foscarini

PONZIO, Paolo
2010-01-01

Abstract

Il saggio desidera dare una rappresentazione del quadro delle relazioni, nel XVII secolo, tra teologia e novità scientifiche galileiane, e più precisamente, tra esegesi biblica e realtà naturale, a partire da quegli spunti dottrinali post-tridentini che hanno caratterizzato il dibattito all’interno e all’esterno della teologia. In questa prospettiva, l’autore intende prendere in considerazione, come momenti di origine della stessa rappresentazione, tre autori che in misura differente costituiscono altrettanti punti di riferimento nell’intera vicenda galileiana: Roberto Bellarmino, Paolo Antonio Foscarini e Tommaso Campanella. Roberto Bellarmino, autore delle famose Disputationes de controversiis christianae fidei, negli anni d’insegnamento a Lovanio, pur non sviluppando un proprio modello cosmologico, assumerà una serie di posizioni legate a problemi astronomici, volti a salvaguardare alcuni specifici aspetti della teologia cattolica post-tridentina. Il suo programma sembra essere del tutto in linea con la teologia esegetica della Compagnia di Gesù che prevedeva un uso compatto dell’interpretazione letterale e storica della Sacra Scrittura. A differenza del gesuita, Tommaso Campanella suggerirà, all’interno della sua Apologia pro Galilaeo, l’esigenza di sviluppare una libertà del filosofare – al cui interno si esige una libertà anche nelle discipline teologiche – e una strenua difesa del “codice” della natura che svincoli la teologia dal sostenere in modo univoco l’interpretazione aristotelico-scolastica e porti a delineare una riforma del pensiero e di tutte le discipline scientifiche. Infine, Paolo Antonio Foscarini assumerà, nella sua Lettera sopra l’opinione de’ Pitagorici, il binomio Scrittura-Natura entro parametri differenti, utilizzando come punto di partenza l’assoluta fiducia nella veridicità delle Scritture: quand’anche vi siano conoscenze contrastanti con la Scrittura non solo sarà opportuno tralasciare ogni ragione umana che le convalidi, ma anche ogni esperienza sensibile legata alle stesse conoscenze.
2010
978-88-222-6039-0
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